Il modello Ability Garden: orientamento vocazionale al lavoro per persone con disabilità
Abilità, Autodeterminazione, Autonomia: ecco le parole chiave del modello Ability Garden
Redazione | 6 giugno 2025

Il bacino di giovani con disabilità, in Italia, è vastissimo: secondo i dati Istat, nell’anno scolastico 2023/2024 sono quasi 359mila gli alunni con disabilità che frequentano le scuole di ogni ordine e grado, i quali una volta terminato il percorso scolastico, finiscono in una dimensione di emarginazione e di esclusione dalla vita lavorativa e sociale. Il futuro, quindi, non sembra essere alla loro portata, quando invece è un diritto naturale poterne disporre.

Ecco quindi che a garantire il normale adempimento di questo futuro interviene Ability Garden, modello di inclusione lavorativa dedicato a giovani con disabilità intellettiva, partner del progetto Aracne – La Rete che Include, nato con l’intento di “agevolare i giovani con disabilità cognitiva a riconoscere le proprie abilità” concentrandosi, nello specifico, sui gruppi composti da chi è stato certificato con un indice di invalidi tra il 46% e il 76% e che pertanto non percepisce l’assegno di invalidità, ma deve affidarsi al collocamento mirato per accedere al mondo del lavoro, configurandosi quindi come un valido facilitatore per le imprese. Dopo un’accurata selezione degli utenti, le attività sono state avviate e si svolgono presso la Luiss Guido Carli, attraverso percorsi di tutoring individuale e di inclusione lavorativa sviluppati proprio tramite il modello Ability Garden.

Secondo la fondatrice e CEO del progetto Serena Cecconi, “L’inclusività della risorsa esige attenzione e impegno per un orientamento vocazionale, ancor di più per chi ha maggiore difficoltà a far emergere le abilità, come i ragazzi che partecipano al nostro percorso”. Infatti, l’elemento distintivo che differenzia Ability Garden dagli altri programmi di inclusione risiede nell’aver scelto di superare il paradigma della percentuale di disabilità, assegnata in sede di accertamento sanitario, per lasciare spazio all’emersione delle passioni, delle attitudini di questi giovani per poter, solo in una fase successiva, valorizzare questo potenziale con una formazione mirata e corrispondente alle richieste del mercato del lavoro. “Le persone con disabilità”, prosegue la manager, “hanno bisogno di realizzare le A che sono l’Abilità, l’Autodeterminazione e l’Autonomia. Il lavoro è quel momento in cui tutti noi diventiamo visibili. La nostra identità viene riconosciuta dalla società ed è bellissimo vedere questi ragazzi, che magari vengono da 13 anni di formazione scolastica supportati da insegnanti di sostegno, scoprire le loro potenzialità. È un processo che aumenta la loro autostima e la sicurezza in sé stessi». Tale elemento ben si amalgama con gli obiettivi del progetto Aracne, pensato per promuovere nel territorio del III Municipio di Roma la piena inclusione sociale di 200 minori con disabilità e in condizioni di povertà educativa. Il principio che Ability Garden e il progetto Aracne condividono è la necessità di pensare le persone con disabilità non più solo come cittadini a cui garantire un compenso, ma come individui in grado di partecipare alla vita economica e sociale della nazione con il diritto di esprimere i loro bisogni.
Il concetto di lavoro e di sviluppo umano sono all’interno di un rapporto circolare virtuoso. Queste due realtà devono fruire di un servizio intermedio, come quello di Ability Garden, rispetto al semplice “collocamento mirato”, iniziando a valorizzare i talenti, tutti i talenti, e rispondendo alle esigenze produttive delle imprese: “Il nostro approccio non è una semplice formazione”, spiega infatti Cecconi, “ma un lavoro per la ‘fioritura’ della persona, come insegna Martha Nussbaum, che ha ispirato il nome e la filosofia del progetto. Cerchiamo di capire quali siano le vere passioni e abilità di ciascun partecipante, evitando percorsi che potrebbero nel tempo frustarli”.
Ability Garden è quindi in prima linea, insieme al progetto Aracne, per erogare programmi mirati e diversificati, affinché gli ultimi siano effettivamente i primi.