Giappone, dove la terra trema
Il 1º gennaio 2024 alle ore 16,10 locali, la terra ha tremato in Giappone, scatenando per oltre un minuto un terremoto pari a una magnitudo 7.6, causando 64 morti finora accertati
Ettore Urbani Neri | 2 gennaio 2024

La zona colpita è risultata essere la costa centro-occidentale del Paese. Anche se i giapponesi sono abituati a convivere con i terremoti, il cataclisma di Capodanno è stato così violento da generare un allarme tsunami, nonché da fare evacuare circa 50000 persone verso zone più sicure.

La scossa di Capodanno 2024

Per un minuto circa la terra ha di nuovo tremato in Giappone, a causa di un terremoto di elevata magnitudo 7.6. Il territorio colpito è questa volta la costa centro-occidentale del Paese, che subisce ancora in queste ore nuove scosse che aggiornano la conta delle vittime del violento cataclisma, arrivate a 64 morti accertati.

Gli effetti

I principali effetti del terremoto sono stati l’evacuazione di circa 50000 persone verso città e villaggi situati in altura, l’allerta tsunami, che per fortuna è rientrato poco dopo, la sospensione della fornitura di acqua, luce e gas, il divieto di prendere treni, nonché il terribile incidente aereo tra un aeroplano di linea della Japan Airlines e un velivolo di soccorso, che stava decollando per portare aiuti alla popolazione colpita.

Le critiche

Il grave disastro aereo ha messo a nudo l’impreparazione e la mancanza di coordinamento, nonostante il Giappone sia abituato ad eventi del genere. Ogni istituzione procede per conto suo: ad esempio, l'esercito giapponese ha inviato 1.000 soldati per contribuire nelle ricerche.

Sembra che il Paese abbia dimenticato il grande terremoto dell’11 marzo 2011, nel quale uno tsunami causò il disastro della centrale atomica di Fukushima, con la fuoriuscita di acqua radioattiva sul mare. Anche se questa volta non si avvertono rischi, tuttavia, lo sversamento, anche se non all’esterno, di acqua contaminata, finirà probabilmente con il riaprire il dibattito nella società civile del programma nucleare. Le autorità non hanno mezzi adeguati di soccorsi per arrivare nelle zone remote, né risulta effettuata una stima attendibile dei dispersi. Il ritardo nei soccorsi ha anche una conseguenza economica, in quanto le più grandi aziende presenti in Giappone hanno sospeso le attività nelle zone colpite, con gravi ripercussioni anche sulla vendita al dettaglio.

In Italia

Anche il nostro Paese è fragile ed ha una lunga storia di terremoti; basti ricordare quello di L’Aquila del 2009. Fortunatamente, dagli anni Ottanti esiste una struttura di Protezione civile che interviene in caso di eventi naturali estremi, coordinando la macchina dei soccorsi (Esercito, Volontari, Croce Rossa). Al riguardo, considerato quanto detto prima, circa la presenza di numerosi terremoti, grandi e piccoli nel nostro territorio, non mancano attualmente polemiche per la costruzione del Ponte di Messina, perché sembra che il ponte potrebbe sopportare una scossa massima di 7.5 gradi della scala Richter.

Certamente, occorrerà che le opere pubbliche siano edificate con la messa in sicurezza dei territori, anche se ciò potrebbe far aumentare il costo delle costruzioni pubbliche e private.

Sotto questo aspetto, potremmo copiare il modello del Giappone, che ha stabilito regole ferree per costruire edifici, ferrovie ed aeroporti, a scopo di prevenzione dei terremoti, insieme ad una precisa educazione di ingegneri e architetti sulla necessità del rispetto delle norme di sicurezza dell’uso del territorio.