Paura del futuro: le “apocalissi di fine anno” passate alla storia
La storia ci insegna che affrontare il futuro a volte è stato più spaventoso di altre, in alcuni casi ha portato a vere e proprie isterie di massa, in altri a prevedere catastrofi
Gaia Canestri | 24 dicembre 2023

Che la paura del futuro esista è ormai accertato: tutti abbiamo avuto paura di affrontare qualcosa di sconosciuto, qualcosa di assolutamente incerto e il più delle volte senza sentieri tracciati da seguire. Ecco due casi in cui la paura del futuro ha colpito l'intera popolazione.

Millennium bug

Siamo nel 1999 quando una domanda inizia a circolare tra le persone di tutto il mondo: che succede a mezzanotte del 31 dicembre 1999? Oltre alla paura dell'ignoto e del non sapere cosa succederà nel prossimo futuro, una questione molto più grande viene sollevata da scienziati e informatici: si teme infatti che i sistemi di elaborazione non siano in grado di gestire il cambio di data tra il 31 dicembre 1999 e il 1º gennaio 2000, mandando in tilt ogni macchinario che sia dotato di un sistema informatico, dai computer e telefoni fino ad arrivare ai macchinari ospedalieri e agli aerei, insomma un disastro.

Fortunatamente la questione era già nota dal 19 gennaio 1985, quando un tale Spencer Bolles affermò che un suo amico programmatore gli aveva comunicato di aver notato che, allo scoccare dell'anno 2000, il proprio computer restituiva il numero 1900. Nel 1998 la stampa portò il problema all'attenzione di tutti, dando inizio alle prime manovre di precauzione. Tutte le aziende si rimboccarono le maniche per aggiornare i propri sistemi informatici, cosa che venne svolta con successo in quasi tutti i casi, ma a livello sociale la situazione fu molto più problematica da gestire: l'allarmismo generale aveva fatto sì che un numero sempre maggiore di persone si fossero abbandonate all'idea di dover trovare un bunker in cui rifugiarsi a mezzanotte per poter sopravvivere all'apocalisse incombente, eppure tutto si temeva tranne che un'apocalisse.

Studi sociologici di questo evento dimostrano come durante il millennium bug sia stato messo in atto dalla popolazione il comportamento quanto più simile alla gestione di una vera apocalisse di fine secolo. Inutile dire che al dodicesimo rintocco della campana, chi nei bunker chi nel caldo della propria casa, si sono salvati tutti; fatta eccezione degli studenti universitari di Nantes che si svegliarono con un simpatico annuncio sulla bacheca elettronica dell'università..."Benvenuti all'Università di Nantes, oggi è il 1º Gennaio 1900".

La profezia Maya

21 dicembre 2012, questa è la data che ha terrorizzato la popolazione mondiale e l'ha spinta, nei più estremi dei casi, a preparasi alla fine della specie umana e del mondo come lo conosciamo oggi. A scatenare questa paura rivelatasi poi infondata è stato il calendario Maya, che a differenza delle altre misurazioni del tempo, era progressivo e suddivideva il tempo in cicli non ricorrenti (b'ak'tun) dalla durata di 144.000 giorni, suddivisi a loro volta in 4 ulteriori sottocicli.

Il 20 dicembre 2012 è terminato il 13º b'ak'tun a cui è seguito, il 21 dicembre 2012, il 14º b'ak'tun. Furono formulati due diversi scenari sul passaggio tra queste due date: la fine del mondo o trasformazioni radicali del mondo stesso come l'inizio dell'Era dell'Acquario, un periodo di pace globale e profonda evoluzione spirituale. Inutile dire che la prima opzione ha totalmente preso il sopravvento sulla seconda, ma fortunatamente ogni probabilità sulla fine del mondo fu poi confutata dalla comunità scientifica.

Che si tratti di fine del calendario Maya o fine del secolo, una cosa è certa, il cambiamento spaventa. A volte, però, è proprio l'entrare ad occhi chiusi in un ambiente buio che ci rende capaci di affrontare situazioni nuove, totalmente inaspettate e che potrebbero rivelarsi la cosa più bella che ci sia mai accaduta.