Gli italiani leggono sempre di meno
Le statistiche del Centro per il libro e la lettura e dell'Associazione Italiano Editore non sono incoraggianti, e ad abbandonare i libri sono soprattutto i giovani
Giulia Grassi | 5 aprile 2022

Secondo gli studi condotti dal Centro per il libro e la lettura (CEPELL) e dall' Associazione Italiano Editore (AIE), presentanti al Salone del libro di Torino, la fascia di età che non si dedica al nobile passatempo della lettura, è tra i 15 e i 17 anni, principalmente nelle regione del Sud. Inoltre, secondo lo studio di Pepe Research insieme al centro di AIE, le percentuali delle persone impegnate a leggere si è abbassata nei vari anni passati: se nel 2019 il 65% degli italiani leggeva, la percentuale è scesa al 59% nel 2020 e al 56% nel 2021.

Secondo gli studi, questa diminuzione è dovuta alla situazione socio-economica della popolazione e alla nuova immagine che i ragazzi hanno della lettura: molti di loro, infatti, pensano che leggere sia inutile, difficile alcune volte e, estremamente noioso, preferendo, invece, trascorrere le loro giornate sui social o, comunque, col telefono.

Questo è un gran peccato, poiché il leggere non solo rinforza le abilità di pensiero analitico, ma, inoltre, migliora le abilità di scrittura, aiuta ad essere più tranquilli riducendo lo stress, stimola la mentre, amplia le conoscenze, potenzia la memoria e, infine, sviluppa una maggior attenzione. 
Fortunatamente, almeno, sale il numero medio di libri, e-book e audio libri e anche il tempo loro dedicato, anche grazie alla pandemia e al lockdown. Ciò però non basta a ridurre il timore della tendenza all'abbandonare la lettura, sperando infatti che, in un futuro non troppo lontano e irraggiungibile, questa attività possa entrare nel cuore di tutti.