Più lavoro per includere
È necessario aumentare le prospettive occupazionali per i giovani e ottenere una maggiore inclusione rispetto a situazioni di marginalità
Greta Borgonovo | 13 novembre 2021

Inclusione e coesione: questi sono gli obiettivi della quinta missione del PNRR. Con 19.8 miliardi di euro stanziati, questa missione ha lo scopo di promuovere le politiche del lavoro e le politiche sociali, con grandi investimenti anche nelle politiche di istruzione e formazione. Ciò significa un aumento delle prospettive occupazionali per i giovani e una maggiore inclusione rispetto a situazioni di marginalità. Grazie a queste premesse, la quinta missione è una delle sezioni del piano che riguarda in maniera più diretta la Gen Z. Per permettere ai ragazzi di definire le loro priorità, il Ministro per le Politiche Giovanili, Fabiana Dadone, ha proposto un sondaggio digitale che ha coinvolto oltre 15.000 giovani tra i 14 e i 35 anni, provenienti da varie zone d’Italia. I risultati del sondaggio evidenziano una grandissima attenzione da parte dei giovani all’ambito del lavoro: circa il 76% degli intervistati ritiene infatti necessario che il Governo promuova politiche attive del lavoro e misure efficaci di sostegno all’occupazione. Il 30.88% dei giovani, inoltre, chiede una riforma dei centri dell’impiego, strutture che potrebbero rivelarsi una risorsa preziosa per l’orientamento e l’introduzione al mondo del lavoro. Altri aspetti su cui la Generazione Z vorrebbe porre l’attenzione sono la fiscalità di vantaggio (l’insieme di incentivi studiati per favorire lo sviluppo di determinate aree geografiche, soprattutto del Mezzogiorno) e il sostegno all’imprenditorialità. In particolare, il PNRR presenta tra i suoi obiettivi la creazione di imprese femminili, con la finalità di innalzare i livelli di partecipazione delle donne nel mercato del lavoro.

Infine, il 22.20% dei giovani vorrebbe un potenziamento del Servizio Civile Universale, con quasi l’80% degli intervistati interessato a parteciparvi. Nato nel 1972 come alternativa al servizio militare, oggi il Servizio Civile Universale permette ai ragazzi dai 18 ai 28 anni di diventare operatori volontari per un periodo tra gli otto e i dodici mesi, partecipando a un progetto in un ambito di attività a libera scelta. Tra le numerose iniziative proposte, quelle che riscuotono più successo (oltre il 40% delle preferenze) riguardano i seguenti ambiti: educazione, promozione culturale, paesaggistica, ambientale, dello sport, del turismo sostenibile e sociale; promozione e tutela dei diritti umani. Nonostante il riscontro positivo dei giovani, ci sono ancora molti aspetti da migliorare. Il 75% circa degli intervistati sottolinea la necessità di creare un maggiore collegamento con il mondo del lavoro, mentre oltre il 40% crede che la certificazione delle competenze per i CV dovrebbe essere migliorata. I giovani auspicano inoltre una maggiore proiezione internazionale (22.18%), la creazione di progetti di formazione work based più sfidanti (17.61%) e la sistematizzazione delle informazioni in una banca dati delle esperienze (13.33%).