Diddy vuole bloccare la docuserie di 50 Cent: inviata una diffida a Netflix
Redazione | 2 dicembre 2025

Il team legale di Diddy sta lottando per evitare la diffusione del documentario

Photo Credits: John Seb Barber

A Diddy non sta piacendo l’idea di una docuserie di Netflix su di lui. Per questo il suo team legale ha deciso di inviare una diffida alla piattaforma di streaming, chiedendo che non venga pubblicata Sean Combs: The Reckoning, la serie prodotta insieme a 50 Cent in uscita oggi.

In una dichiarazione ottenuta dalla CNN, il portavoce di Diddy Juda Engelmayer ha anche accusato Netflix di diffamazione, sostenendo che il documentario si serva di materiale “rubato”, mai autorizzato alla diffusione. Il materiale in questione sarebbe un filmato che compare nel trailer della serie, in cui si sente Puff parlare con i suoi avvocati: “Dobbiamo trovare qualcuno disposto a lavorare con noi, qualcuno che abbia esperienza nei lavori più sporchi del settore. Stiamo perdendo”.

Secondo il Engelmayer, il frammento farebbe parte di un’innumerevole quantità di video che Diddy girerebbe da quando è ventenne in vista di un documentario autobiografico. “Sean stava realizzando un suo documentario fin da quando aveva 19 anni. Quel materiale era stato commissionato per quello scopo”, ha scritto Engelmayer all’emittente.

La lettera di diffida degli avvocati di Diddy è un ricatto esplicito: se pubblicherete questa serie intraprenderemo azioni legali contro di voi. “Come certamente sapete”, si legge infatti nel documento, “il signor Combs non ha esitato a intraprendere azioni legali contro media e soggetti che violano i suoi diritti, e non esiterà a farlo contro Netflix”. In effetti, già NBCUniversal è stata citata in giudizio per diffamazione dopo l’uscita del documentario su Puff Diddy: The Making of a Bad Boy.

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Secondo le accuse, Netflix si sarebbe deliberatamente appropriata del materiale filmato da Diddy, e lo avrebbe fatto in mala fede in combutta con 50 Cent, definito nella diffida “un avversario di lunga data con una vendetta personale che ha trascorso troppo tempo a diffamare il signor Combs”.