Vi è mai capitato di sentirvi addosso delle aspettative? Ne abbiamo parlato nel laboratorio radiofonico di Sblocchiamo il Futuro. Spesso capita di sentire il peso delle aspettative all'nterno di casa, quando i nostri genitori ci chiedono una mano con le faccende domestiche senza rendersi conto che anche noi siamo impegnate, tra scuola, compiti e sport.
E a proposito di sport, anche chi ci allena spesso ci mette in difficoltà, aspettandosi da noi risultati che a volte non riusciamo a raggiungere nonostante l’impegno; e invece di consolarci e riconoscere la nostra fatica, spesso sono delusi e ci dicono che dobbiamo fare di meglio. La stessa cosa capita con i voti a scuola: a volte i nostri genitori si aspettano un certo voto dopo un’interrogazione e se prendiamo di meno si arrabbiano perché pensano che non abbiamo studiato. Ma ci sono occasioni in cui, nonostante ci siamo impegnati tanto, la tensione del momento ci fa andare in crisi e prendere un brutto voto; in questo caso le persone più deluse siamo noi stesse, che ci aspettavamo un buon risultato, e la pressione in più di certo non ci aiuta. Studiare dovrebbe essere qualcosa che facciamo per noi, non per il voto o per la fami- glia.
Spesso ci ritroviamo a fare qualcosa per far piacere agli altri, che siano adulti o nostri pari. Ad esempio, spesso per andare alle feste vorremmo semplicemente rimanere in tuta come fanno i ragazzi, ma per evitare le critiche ci sentiamo obbligate a mettere un vestito elegante e magari anche delle scarpe scomode. Oppure può succedere di fare un favore a un’amica solo per paura che se non lo facciamo possa smettere di considerarci come amiche. Ci sono anche ragazze che praticano uno sport perché i genitori ci tengono, ma in realtà a loro non piace.
Insomma, spesso le aspettative degli altri ci limitano perché ci portano a fare quello che vogliono loro e a “sottometterci”, portandoci a non essere libere nelle nostre decisioni.
Sblocchiamo il Futuro è un progetto triennale selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il Contrasto alla povertà educativa (bando per il benessere psicologico e sociale degli adolescenti), con l’obiettivo principale di sostenere il benessere psicosociale degli adolescenti di Roma (11-18 anni), promuovendone il protagonismo attivo nelle scelte che li riguardano e contrastando il disagio psicologico acuito dalla pandemia, la dispersione scolastica e la marginalità sociale. Il progetto intende superare la frammentazione dei servizi educativi, sanitari e sociali di Roma creando una rete integrata tra scuole, terzo settore, ASL e istituzioni municipali. L’elemento innovativo risiede nella costruzione di équipes miste e nella definizione di un modello organizzativo.
