Il karate come strumento di inclusione: la scommessa di Aracne
Il corso è stato aperto anche a bambini con autismo per sperimentare dialogo e inclusione
Alessandra Testori | 3 dicembre 2025

Cosa succede quando un bambino o bambina con autismo si iscrive a uno sport di contatto? È la sfida che Aracne si è posta con il partner Insieme per Fare, scuola di arte e sport ormai diventata punto di riferimento del Municipio Roma III.

Quest'anno il progetto selezionato da Con i Bambini nell'ambito del Fondo per il Contrasto alla Povertà Educativa Minorile ha offerto a tre minori autistici la possibilità di iscriversi gratuitamente ai corsi di karate e a due bambine con fragilità ai corsi di danza.

Lo sport diventa uno strumento di inclusione e di crescita per i minori coinvolti ma anche per tutti gli altri iscritti al corso, che hanno modo di confrontarsi con la diversità. La lezione diventa così uno spazio di apprendimento che va oltre il semplice esercizio fisico e rappresenta un terreno privilegiato per sviluppare competenze motorie, emotive e relazionali in un contesto protetto e strutturato. Il karate, in particolare, si rivela uno strumento prezioso perché combina disciplina, coordinazione, autoregolazione e rispetto reciproco. 

Per molti minori con autismo o altre fragilità, la pratica delle arti marziali favorisce la consapevolezza del proprio corpo, migliora l’attenzione e offre routine prevedibili, elementi fondamentali per affrontare con serenità le sfide quotidiane. Inoltre, l’ambiente del dojo, con le sue regole chiare e condivise, permette ai bambini di sperimentare il senso di appartenenza a un gruppo, rafforzando l’autostima e creando occasioni concrete di socializzazione. In questo modo lo sport diventa un ponte tra esigenze individuali e dinamiche collettive, capace di valorizzare ogni bambino nella sua unicità.

Fondamentale il lavoro di Carlo, l'insegnante del corso, il cui lavoro si focalizza molto sul trasmettere i valori del karate come sport non violento e fondamentale per canalizzare le energie di ognuno.

Sentirsi accolto, trovare il proprio ritmo e scoprire nuove risorse. Anche attraverso lo sport, il progetto Aracne - La Rete che Include mostra come, con gli strumenti giusti, crescita individuale e coesione sociale sono chiamate a dialogare.