Didattica alternativa? In Italia mancano gli strumenti
Ai microfoni di Zai.time la preside Nanetti presenta i limiti della didattica alternativa nel nostro paese: "Pratiche coinvolgenti e divertenti, ma è difficile attuarle per mancanza di infrastrutture, strumenti e gratificazioni"
Redazione | 4 novembre 2022

Alza gli occhi al cielo lo Preside Monica Nanetti dell'ITIS Enrico Fermi quando le si nominano classi orizzontali e didattica alternativa. Non perché non le placerebbe introdurle ma perché sa quali sono le difficoltà di farlo nello scuola italiana. Eppure, il suo istituto è un esempio di scuola all'avanguardia, che propone continuamente attività ed esperienze innovative. "Non voglio una scuola solo del merito ma una scuola inclusiva e aperta a tutti" ci confessa durante la nostra chiacchierata.

 

Perché si dice scettica quando si parla di didattica alternativa?

Queste pratiche sono coinvolgenti e divertenti ma è difficile attuarle nella scuola italiana, dove l'autonomia è solo su carta. È tutto affidato alla buona volontà del singolo e alla spinta del dirigente. Il cambio di mentalità non è supportato da adeguati strumenti e adeguate gratificazioni. Ma oltre a questo c'è un problema di fondi: le scuole italiane non hanno niente a che vedere con i campus degli Usa o delle Finlandia. Spesso abbiamo solo aule con sedle e banchi, non ci sono le infrastrutture che consentono una vera didattica alternativa.

 

Ci fa un esempio concreto?

Anni fa, grazie a un finanziamento esterno abbiamo realizzato un laboratorio musicale con tecnologie all'avanguardia per far esplorare ai ragazzi il mondo della musica anche a livello tecnico. Sarebbe stato interessante far diventare questa iniziativa una materia curriculare ma non è stato possibile, anche se si tratta di un settore in espansione e con una grande necessità di formazione. Questo la dice lunga...

 

E allora cosa si può fare per innovare la didattica?

La vera didattica alternativa si può fare attraverso le buone pratiche e le attività laboratoriall: nel nostro istituto abbiamo realizzato iniziative come Fermi al Fermi, che ha tenuto la scuola aperta il pomeriggio dando ai ragazzi la possibilità di fermarsi a studiare ed essere aiutati dal professori anche oltre l'orario scolastico. La vera didattica alternativa si fa quando gli studenti vengono coinvolti in progetti laboratoriali, competizioni, esposizione... quando si sentono parte attiva della scuola e si sviluppa in loro un senso di appartenenza all'istituto, quando ad esempio lo devono rappresentare nelle gare del P Greco o nelle Olimpiadi di Matematica. Di recente, siamo stati espositori al Maker Fair di Roma, la fiera delle invenzioni degli artigiani digitali, e tutti gli studenti hanno dato il meglio di sé. Per me questa è didattica alternativa.