"Noi", quando il Body Positive sbarca in Tv contro gli stereotipi
Il Body Positive e il problema della rappresentazione mediatica
Giulia Metalli | 14 marzo 2022

"Noi", il remake italiano della celebre serie televisiva statunitense "This is Us", è sbarcato su RaiUno nelle scorse settimane. La fiction porta con sè una novità, qualcosa che in Italia probabilmente ancora mancava: una rappresentazione onesta e  non stereotipata di donna in sovrappeso, la cui personalità non si riduce al suo aspetto fisico ma il cui arco narrativo coinvolge allo stesso tempo una serie di temi sociali ad esso correlati, dalla grassofobia fino all'accettazione di sè.

La rappresentazione mediatica

Il problema della rappresentazione mediatica dei diversi tipi di corpo è probabilmente molto più affrontato all'estero che nel nostro paese, eppure è concreto e ogni giorni si ripropone davanti ai nostri occhi. Il focus non è tanto la mancanza di rappresentazione quando il fatto che, quando presente, finisca per ridursi a una serie di stereotipi. L’essere grasso è quindi ridotto ad una condizione che segue precisi standard: dagli episodi di revenge body, al ruolo di spalla comica, all’amica o amico con problemi di autostima che fa il tifo per l’eroina magra della storia, fino all'evergreen dell’ obeso dall’aspetto trasandato che mangia sempre. Il grasso, quando non serve a far ridere, diventa la prova fisica ed evidente di un senso di decadenza psicologica. Lo stereotipo vuole infatti il grasso come sinonimo di fallimento morale e, le volte in cui ne è offerta un’immagine positiva, si viene relegati al ruolo spalla o a personaggi secondari dolci e caritatevoli. Quando poi si è protagonisti, con molta probabilità lo si sarà in un film comico o in un film in cui, l'essere in sovrappeso, diventa tutta la personalità del protagonista. Un altro comune denominatore tra i personaggi grassi è la loro desessualizzazione. Quando personaggi sovrappeso sono coinvolti in una relazione, questa sarà all'insegna del motto: “amare per come si  è dentro” e si baserà sull'idea di un personaggio che sappia guardare oltre l'aspetto, innamorandosi dell'anima e non del corpo. In questo,dietro un messaggio di accettazione, si finisce per sottolineare l'opinione comune che ritiene impensabile essere attratti da una persona obesa o in sovrappeso. Anche per superare questo tipo di stereotipi e rappresentazioni, oggi più che mai abbiamo bisogno della Body Posivity. 

Body Positivity


Il termine Body positive nasce circa tra il 2010 e il 2011 da donne oversize che postavano dei contenuti sui social media con l’hashtag #BodyPositivity. Creato per promuovere un messaggio positivo dedicato a chi ha un corpo che non rientra nei canoni standardizzati della società, l'hastag è presto riuscito a scuotere le coscienze di  un gran numero di persone in tutto il mondo dando il via alla lotta contro i restrittivi standard di bellezza imposti dai media, trasformandosi in un vero e proprio movimento.  Allargando sempre più il suo pubblico ed il suo target di riferimento, il movimento si batte per la normalizzazione dei corpi, coinvolgendo ogni tipo di corpo non convenzionale e solitamente mal rappresentato dai media. Non si tratta solo di persone sovrappeso quindi, ma anche corpi affetti da disabilità o semplicemente corpi con normali inestetismi come smagliature, cicatrci, voiglie, macchie. Qualsiasi forma di "difetto"  e di imperfezione fisica che si trasforma così in un valore aggiunto. Il movimento promuove la diversità e l'accettazione di tutti i tipi di corpo a prescindere da taglia, etnia, genere o abilità fisica con l' obiettivo ultimo riconoscerne il valore e l' unicità. Centro del movimento Body Positivity è il linguaggio, in particolare la lotta alla negatività e all’odio espresso dal Body Shaming ma anche da un grassofobia interiorizzata che è parte della società stessa. La diet culture, l'idea del "magro è bello" e i canoni che fanno parte della nostra quotidianità ci hanno abituato a considerare normali termini che non lo sono affatto: dall'uso della parola grasso come insulto fino al "bikini body", un concetto semplice che però finisce per sottintende come alcuni corpi meritino di essere mostrati, mentre altri non ne siano degni. La discriminazione delle personesovrappeso è una realtà difficilissima da debellare e si muove su livelli diversi: passa dal fissare, al far pagare di più i vestiti o i biglietti di treni e aerei, agli insulti, fino alla negazione del lavoro in alcuni casi. Il merito della Body Positive,  che negli anni ha fatto sentire sempre più la sua voce, è senza dubbio quello di far riflettere la società intera, anche chi lo critica, aprendo finalmente un dibatitto su temi prima posti in secondo piano.