Fast fashion: quando indossare rovina l'ambiente
Un capo di abbigliamento a basso costo non è un'occasione, ma bassa qualità e un modo per inquinare
Sibilla Sita | 1 marzo 2022

Fast fashion è un termine per indicare capi di abbigliamento economicamente accessibili che passano dalla passerella alla vendita rapidamente. Tuttavia, dietro alla "moda low cost" ci sono costi di produzione estremamente bassi, manodopera sottopagata e qualità infima. Si tratta di capi "usa e getta", il cui rapido smaltimento va ad inquinare inutilmente l'ambiente. 

Tra i materiali più utilizzati al mondo ci sono il cotone - che vanta un devastante impatto ambientale e sociale - ed il poliestere - un materiale sintetico altamento tossico derivante dal petrolio, non biodegrabile, e difficilmente riciclabile quando miscelato con altre fibre come il cotone.

Le sostanze tossiche usate durante la produzione di questi materiali vengono assorbite dal corpo umano: recenti studi dimostrano infatti che sono sempre più le persone affette dalla cosiddetta “allergia da accumolo”. Non solo: tali sostanze vengono rilasciate nelle acque ad ogni lavaggio, giungendo anche ad inquinare il terreno una volta che i capi vengono gettati e non propriamente smaltiti.

Tra i responsabili della fast fashion troviamo Zara, Pull&Bear, H&M, Benetton e molti molti altri marchi altrettanto noti.