Parlare di leucemia nelle scuole, perché?
Ecco come noi giovani come possiamo contribuire per aiutare i pazienti affetti da questa terribile malattia
Benedetta Piatti e Greta Borgonovo | 4 febbraio 2022

Leucemia: una parola che, come tutti i tumori, spesso spaventa. Soprattutto se diagnosticata a un bambino. Si tratta di una malattia sicuramente grave ma, oggi, non necessariamente mortale. Infatti la possibilità attuale di guarigione è nel bambino di circa l’80% dei casi. Di leucemia, quindi, si può guarire. Questo è il messaggio che vogliono trasmettere il dottor Jankovic e il fotografo Rossetti.

Momcilo Jankovic dal 1982 ha lavorato all'Ospedale San Gerardo di Monza, di cui fino al 2016 è stato responsabile del Day-Hospital del reparto di Ematologia Pediatrica. Nel 2010 ha ricevuto l’Ambrogino d’oro, benemerenza civica principale del Comune di Milano, con la seguente motivazione: “Tanti bambini sono diventati adulti grazie a lui”. Oggi Jankovic è in pensione, ma continua a esercitare la professione, oltre che a organizzare incontri nelle scuole per sensibilizzare i ragazzi. Attilio Rossetti, fotogiornalista e insegnante di religione, è lo zio di un ragazzo curato dal dottor Jankovic. Dalla loro amicizia e collaborazione sono nati una serie di libri che raccontano la realtà del reparto di ematologia pediatrica attraverso una serie di fotografie. Tra questi, il volume “Nati per vivere: il paradiso può attendere”. Il libro mostra il prima e il dopo di molti bambini che hanno attraversato la malattia: le foto in bianco e nero del passato creano contrasto con quelle del presente, dai colori accesi e brillanti. In queste fotografie, possiamo vedere questi ragazzi cresciuti, cambiati, ma soprattutto guariti e tornati a coltivare le proprie passioni. "'Nati per vivere vuole essere un inno alla vita e offrire a tutti i media, anche ai più diffidenti, la storia di una bella realtà. Solo credendo e incoraggiando quanto oggi viene fatto si può sperare a breve di riportare alla vita non solo l'80% ma il 100% di questi bambini. I bambini infatti nascono per vivere e diventare il futuro della nostra società.", ha dichiarato il dottor Jankovic in un incontro nella nostra scuola, il liceo Parini di Seregno.

Ma noi giovani come possiamo contribuire per aiutare i pazienti affetti da questa terribile malattia? Le soluzioni ci sono e sono molteplici. Innanzitutto, prima ancora di compiere veri e propri gesti pratici, quando una cosa ci è sconosciuta è bene informarsi. Raccogliere quante più informazioni possibili per averne un quadro completo. Nel caso della leucemia, oltre alla ricerca sul web, si possono leggere molti libri a riguardo. Per esempio, come quelli scritti dal fotografo-giornalista Attilio Rossetti in collaborazione con il dottor Jankovic, che oltre a raccontare la malattia attraverso le fotografie, vogliono lanciare un grido di speranza. Una volta capito di che malattia si tratta la leucemia e che da questa si può guarire non ci resta che contribuire, anche noi, seppur indirettamente, alla guarigione di queste persone, diffondendo nell’aria anche un po’ di ottimismo. Una possibilità è diventare donatori del sangue iscrivendosi ad AVIS. Il sangue, infatti, è indispensabile nella cura delle malattie oncologiche ed ematologiche, come la leucemia. Oppure, si può donare il midollo osseo, una delle cure più efficaci contro le malattie del sangue, iscrivendosi, in questo caso ad ADMO. Ma sangue e midollo sono solo alcune delle terapie in grado di salvare vite. Ce n’è una che non ha niente a che fare con globuli rossi, globuli bianchi e piastrine ed è la terapia del sorriso o più comunemente conosciuta come clown terapia. Quest’ultima apporta molti benefici al paziente, che, grazie ad essa, talvolta, risponde in modo migliore alle cure. Questo perché il sorriso aumenta l’ottimismo, calma dal dolore e allevia lo stress.

Adesso tocca a noi metterci in gioco, perché: “Lo scopo di tutte le nostre azioni è portare umanità a chi soffre, aggiungendo un po’ di sano umorismo” (Patch Adams)