Molestie sui mezzi di trasporto pubblico, come reagire
Ecco come comportarsi in caso di molestia su di sé o su altri attorno a noi
Greta Borgonovo | 20 dicembre 2021

Palpeggiamenti, fischi, pedinamenti: sono solo alcune delle molestie che avvengono ogni giorno sui mezzi di trasporto pubblico. A subirle, sono soprattutto donne. Secondo il report Istat 2018, considerando l’intero corso della propria vita, la maggior parte dei casi di violenza ai danni di donne avviene sui mezzi di trasporto pubblico (27,9% dei casi). Vista la grande estensione del fenomeno, è verosimile affermare che a tutti potrebbe capitare di vivere una molestia, come vittime o come testimoni. Eppure, in queste situazioni, spesso non si sa come comportarsi. Per questa ragione nascono le associazioni NextStop e Stand Up. Il loro obiettivo è fornire ai cittadini gli strumenti per riconoscere un atto di molestia e intervenire in sicurezza, in modo da creare un ambiente sicuro e solidale.

Riconoscere una molestia

Il primo passo è saper riconoscere una molestia. Il sito web di NextStop propone un “decalogo dei molestatori”: dall’appoggiatore al pole dancer, la pagina descrive con grande acutezza e una buona dose di ironia i comportamenti che l’aggressore potrebbe adottare. Ad esempio, “L’Appoggiatore: la forza d’inerzia è il suo superpotere, o almeno quello del suo bacino, che ad ogni fermata si spalma sul vostro culo”. A questa descrizione si accompagnano un profilo psicologico dettagliato e i luoghi in cui potresti trovarlo. NextStop esamina anche le “paranoie” che potrebbero bloccare la vittima dal reagire: “È colpa mia che non mi sono copert* abbastanza?”, “Tra poco scendo, che m'importa?”, “Perché non se ne accorge nessuno?”. Il concetto ribadito è sempre lo stesso: qualsiasi comportamento indesiderato di carattere sessuale che provoca disagio in chi lo subisce è una molestia. 

Se succede a te

Reagire ad una molestia non è mai semplice: spesso il disagio e la sensazione di impotenza ci bloccano. Fare qualcosa, però, aiuta a sentirsi più sicuri e consapevoli di se stessi. Secondo Stand Up, avere una qualsiasi reazione, sia al momento che più tardi, riduce il trauma. Fidati del tuo istinto e non avere paura di sbagliare: non esiste una reazione giusta. Tuttavia, ci sono alcuni comportamenti suggeriti da Stand Up e NextStop per ottenere risultati efficaci senza mettere a rischio la tua sicurezza. Ad esempio, potresti dire alla persona che ti sta molestando di fermarsi, di allontanarsi da te o ancora spiegarle perché ti fa sentire a disagio. Una volta stabiliti i limiti, non cercare di instaurare un dialogo: probabilmente non è disposta ad ascoltarti. Pensa soltanto a metterti al sicuro. Potresti anche chiedere aiuto a chi ti sta vicino, magari a qualcuno che ricopre una posizione di autorità, come un controllore.

Se sei un testimone 

Secondo le indagini condotte da Stand Up, soltanto il 25% delle donne vittime di violenza in luoghi pubblici ha ricevuto aiuto, mentre il 79% avrebbe desiderato essere aiutata. Anche quando si è testimoni di una molestia, intervenire è difficile: il 28% delle persone non sa cosa fare, mentre il 26% ritiene che sia rischioso. Si rischia di creare il cosiddetto “effetto spettatore”: nessuno interviene per timore di agire per primo. In questo caso, è necessario che qualcuno prenda in mano la situazione. Stand Up suggerisce una serie di azioni comprovate pensate per non scatenare conseguenze negative per te o per la persona molestata. Si tratta delle 5D: delegare, dire, distrarre, dare sostegno e documentare. Il sito di Stand Up spiega nel dettaglio come usare ciascuna “D”. Se non ti senti sicuro, Stand Up consiglia sempre di scegliere un’azione meno diretta, ad esempio creare un diversivo. Potresti lasciar cadere qualcosa “accidentalmente” in modo da interporti tra il molestatore e la vittima, oppure chiedere una qualsiasi informazione, come l’orario. È quasi sempre possibile usare almeno una delle 5D, anzi, a volte possono essere combinate. Ad esempio, dopo essere intervenuto per fermare una molestia, cerca di dare sostegno alla vittima, riconoscendo la gravità di quanto successo e ricordandole che non è assolutamente colpa sua. L’obiettivo di Stand Up è diffondere il più possibile le 5D: più persone sanno come intervenire, maggiori sono le probabilità di prevenire molte molestie. Ancora una volta, la consapevolezza e la formazione si rivelano essenziali per creare un ambiente migliore per tutti.