Ddl Zan: scontri con la polizia a Milano
Tensione durante la manifestazione, i giovani pro-Ddl Zan vengono respinti dalle forze dell'ordine che cercavano di allontanarli dal posto
Federico Scianna | 20 maggio 2021

Al presidio contro il Ddl Zan organizzato dal movimento #restiamoliberi in piazza Duomo, a Milano, avvenuto il 15 maggio, circa un centinaio di giovani favorevoli alla legge si sono presentati alla manifestazione per contestare gli organizzatori tra cui Simone Pillon e Matteo Salvini. La manifestazione indetta proprio per protestare contro il Ddl Zan, fino all'arrivo di una decina di giovani provenienti da piazza Diaz non aveva registrato tensioni di alcun tipo. I contromanifestanti, appartenenti ad associazioni studentesche come Rete degli Studenti e Tsunami, si ritrovarono lì intorno alle 16:00, dopo aver raggiunto il luogo di ritrovo dei loro obiettivi, hanno srotolato uno striscione e delle bandiere arcobaleno ed acceso alcuni fumogeni gridando “Vergogna vergogna, ddl Zan subito”.

Cosa è accaduto durante la manifestazione

In realtà sono stati alcuni militanti dei centri sociali Lambretta, armati di fumogeni, intorno alle 16 a cercare di raggiungere piazza Duomo da via Arcivescovado, dietro uno striscione con la scritta “Ddl Zan subito”, facendo sembrare la protesta un atto di violenza verso le Forze dell’ordine e della manifestazione stessa che si stava svolgendo. Gli agenti in assetto antisommossa a questo punto hanno iniziato un presidio in piazza con scudi antisommossa e allontanando con alcune cariche i contestatori. I manifestanti sono arrivati fino all’ex piazzetta Reale finché il servizio di ordine pubblico della questura li ha fatti arretrare fino in piazza Fontana con una carica. Gli scontri sono cominciati quando i manifestanti si sono avvicinati alla polizia. Contestualmente un gruppo di manifestanti  ha iniziato a intonare cori con insulti ed improperi nei confronti del segretario della Lega Matteo Salvini e del senatore del Carroccio Simone Pillon. La polizia, in tenuta antisommossa, è intervenuta nel tentativo di allontanare i contestatori dalla piazza, cosa che ha provocato un breve scontro tra le parti. Solo pochi secondi di confronto, in seguito ai quali, denunciano i manifestanti, un loro compagno sarebbe rimasto ferito alla testa e sanguinante. Il Corriere riferisce che altri due individui avrebbero rimediato delle contusioni agli arti inferiori. Con il loro intervento, le forze dell'ordine sono riuscite a disperdere i contestatori, che si sono successivamente allontanati in direzione di via Larga. 

Le ragioni dei manifestanti contro e pro il Ddl Zan

"Oggi pomeriggio siamo scesi in Piazza del Duomo a Milano per la libertà di tutti gli italiani e contro il Ddl Zan che è ben sintetizzato dall’ultima copertina de l’Espresso dove si vede una donna, con la barba e con i seni asportati, incinta", dichiara in una nota la Onlus "Pro Vita & Famiglia", presente alla manifestazione col vicepresidente Jacopo Coghe e con Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo.

"Mano pesante per chi aggredisce e discrimina, picchia o insulta ma la libertà di pensare che un bambino viene al mondo se ci sono una mamma e un papà non può essere né imbavagliata né processata", ha detto invece Matteo Salvini durante il suo intervento. "Sono qui a manifestare per la libertà. Ognuno può amare chi vuole senza essere discriminato o aggredito tanto che la Lega e l’intero centrodestra hanno presentato proposte per delle aggravanti per chi insulta, aggredisce per strada, a scuola o sul lavoro un altro essere umano. Altro paio di maniche è distruggere l’idea di famiglia, le radici della nostra unità", ha aggiunto l'ex vicepremier, che ha poi attaccato chiunque porti "sui banchi di scuola di bimbi di 6 anni teorie come il gender o idee come le adozioni gay o l’utero in affitto e addirittura introdurre un nuovo reato che mette il bavaglio e che vuole mettere in galera chi pensa che la mamma sia mamma e il papà sia il papà".

Però per esplicare ancora meglio le ragioni di coloro che sostengono l’approvazione del Decreto di Legge Zan è intervenuto Roberto Saviano a “Che Tempo Che Fa”, demolendo le bugie sul decreto stesso, tra cui alcune sopra citate. “Le polemiche di questi giorni hanno contribuito ad accendere i riflettori sul Ddl Zan, un disegno di legge che dopo essere stato approvato alla Camera a novembre scorso era rimasto in stallo al Senato per 6 mesi”, ha esordito lo scrittore. 

Saviano ha continuato parlando delle fake news girate in questi mesi sul Ddl Zan: dal gender nelle scuole al Natale cancellato. “Il Ddl Zan intende estendere la Legge Mancino anche a motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. Che verrebbero quindi aggiunti a quest’articolo del Codice penale”, ha spiegato lo scrittore. “Il Ddl non contiene alcun riferimento alla maternità surrogata, all’adozione o al matrimonio gay, che sono solo obiezioni strumentali con l’effetto di farlo naufragare”.

“Se adesso serve una legge per contrastare le discriminazioni, è proprio perché è mancata una cultura su questi argomenti” prosegue Saviano “Sì, perché il Ddl Zan, in realtà, nasce da un fallimento. Quello della nostra società, che non è stata capace di autoregolarsi per vivere in modo civile e tollerante. Finché ci sarà qualcuno che commetterà o invocherà atti di discriminazione o di violenza nei confronti di omosessuali, transessuali, donne o disabili, significa che avremo bisogno di una legge che punisca queste aggressioni. Finché due uomini o due donne avranno paura a camminare mano nella mano in pubblico, significa che avremo bisogno di una legge che regolamenti ciò che naturalmente non siamo stati capaci di fare”.

Il diritto e la libertà di parola non dovrebbero mai essere inficiati in nessun modo, pertanto leggi che possano danneggiarlo sono un male per la nostra società, ma che mai è stato affermato ciò in questo decreto di legge, e per riprendere il concetto espresso da Roberto Saviano , in un paese civile non dovrebbe sussistere il bisogno di una legge simile, ma non siamo un paese civile. Pertanto, se è vero che ci sono cose più urgenti, come sostiene qualcuno in parlamento o fra vari senatori, facciamo in fretta ad approvare il Ddl Zan e passiamo oltre.