Il paradosso della violenza: difende gli aggressori della figlia, poi cambia idea  
Il padre di una ragazza siciliana che ha denunciato cinque ragazzi per stupro si è recato in caserma per difendere gli aggressori della figlia, ma ha cambiato idea dopo aver appreso i dettagli delle violenze
Eleonora Verre | 19 maggio 2021

Lo scorso febbraio a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, una ragazza ha dichiarato alla caserma dei carabinieri del suo paese di essere stata stuprata, denunciando quattro ragazzi tra i venti e i ventuno anni.

La vicenda

La ragazza, di appena diciotto anni, ha raccontato agli inquirenti di essere stata invitata ad una festa da cinque amici e di essersi recata nell’abitazione privata di uno di loro, trovandosi poi da sola con i cinque ragazzi. Ha continuato il suo racconto dichiarando di aver deciso di restare a trascorrere con loro qualche ora, consumando alcol e ascoltando musica; in seguito la ragazza si è recata insieme ad uno dei suoi amici in una stanza al piano superiore dell’abitazione per avere un rapporto sessuale. Durante il rapporto il ragazzo ha chiamato tre dei suoi amici bloccandola con la forza; lei, spaventata dalla situazione, avrebbe iniziato a gridare pregandoli di lasciarla, ma loro in risposta si sarebbero messi a ridere e in seguito avrebbero cominciato a  violentarla con forza, procurandole anche graffi e lividi.

La reazione del padre

Poco dopo la denuncia il padre della ragazza si è recato in caserma insieme agli aggressori, difendendoli e dichiarando: “Questi sono dei bravi ragazzi, le ferite che mia figlia ha alle braccia sono dovute al fatto che i suoi amici tentavano di riportarla a casa, ma lei era ubriaca e faceva resistenza”. Dopo aver appreso i dettagli delle violenze subite dalla figlia, il genitore ha deciso consigliare alla figlia di non ritirare la denuncia, contrariamente alla sua decisione precedente.

In seguito alle indagini svolte dai carabinieri, i quattro ragazzi sono stati arrestati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo aggravata.

 

Foto: Campobello di Mazara | Matthias Süßen su Wikimedia Commons