Due domande a Luca Carboni
A tu per tu con il cantautore bolognese nella cornice del MEI
Cecilia Menetti e Martina Spangher | 15 novembre 2021

Nell’ambito del progetto didattico Le professioni dell’audiovisivo e della musica dal vivo post-Covid raccontate dai ragazzi relativo al bando Contrasto alla povertà e all’emergenza educativa - DM 48/2021 prot.39 del 14/05/2021 (nell’ambito del Piano scuola estate 2021 promosso dal Ministero dell’Istruzione) abbiamo avuto l’opportunità non solo di presentare il nostro video documentario e il nostro podcast nella cornice del MEI, il Meeting delle Etichette Indipendenti, a Faenza, ma abbiamo avuto la possibilità di fare un paio di domande a Luca Carboni… direttamente dal palco! Siamo stati infatti protagonisti anche noi dell’incontro con il cantautore bolognese in piazza Nenni nel quale l’artista ha ricevuto il premio per aver "segnato la scena musicale italiana negli ultimi quattro decenni, capace di cavalcare da protagonista la trasformazione della canzone d’autore italiana negli anni ‘80 e ‘90, portandola nel nuovo millennio e diventando un punto di riferimento per un’intera nuova generazione di artisti italiani, per lo più tantissimi provenienti dalla nuova scena indie, mantenendo forte e costante la propria cifra artistica".

 

Che cosa ti piacerebbe comunicare agli adolescenti di oggi cioè che cosa vorresti comunicare agli adolescenti di oggi tramite l'ultimo album a cui sta lavorando?

Ma diciamo che quando uno scrive canzoni non è che si pone così razionalmente a pensare su cosa comunicare a una specifica sezione di persone, ai giovani o agli adulti… uno scrive senza avere un target di riferimento e scrive quello che sente, reagendo alla vita che sta facendo che fa confluire nelle canzoni che sta scrivendo. Spero che ci sia uno spirito che possa essere condiviso dagli adolescenti però lo vedremo quando uscirà: dentro le mie canzoni ci sono sempre le mie canzoni. Molto spesso non hanno un tema preciso ma all'interno di alcune frasi ci sono tanti, tanti messaggi che  possono essere interpretati differentemente a seconda di chi li ascolta. Si tratta sempre di una scoperta anche per me che avviene a posteriori, vedendo quali di questi comunicano a chi e lo posso comprovare al meglio quando arriva il momento del tour e ci sono non solo tuoi coetanei ma anche ragazzi più giovani, come è successo a me negli ultimi due anni.

 

Purtroppo in questi anni il mondo della musica e in generale quello della cultura è rimasto bloccato. Tour annullati e tappe spostate... come vedi una ripartenza di questo mondo?

La ripartenza della musica sarà possibile se vengono confermati i dati di calo dei contagi. Bisogna sperare che il Governo ci metta nelle condizioni di poter avere degli spazi con delle capienze che riescano a coprire i costi per poter pagare i tecnici.

 

Grazie a questo progetto ci siamo avvicinati a un mondo affascinante come quello della musica dal vivo che, mai come ora, ha bisogno di riprendere a pieno ritmo (per quanto possibile) le attività. La filiera della musica è composta da tantissime professionalità che si sono viste totalmente bloccate per troppo tempo. Anche dalla tre giornate del MEI l’appello è arrivato forte e chiaro: dopo venti mesi di stop il settore vuole e deve ripartire, così come si sta facendo in molti Paesi esteri. The show must go on… no?