Aie e Fieg denunciano: la pirateria affonda l’editoria
Mauro Mosconi | 30 marzo 2022


Che i numeri del fenomeno della pirateria siano gravi non sono solo Aie e Fieg a pensarlo. 
Quanto emerge dall’inchiesta Ipsos è preoccupante; il 23% degli intervistati avrebbe scaricato illegalmente libri digitali o audiolibri. Un 17% ha dichiarato di averli ricevuti da amici e familiari, il 7% da amici e familiari libri fotocopiati, il 6% ha utilizzato chiavi di accesso altrui per accedere a ebook e audiolibri in abbonamento, il 5% avrebbe comperato poi libri fotocopiati.

Questi i numeri dell’anno 2021: sono stati stimati (almeno) 322 mila atti di pirateria al giorno, un dato in crescita del 5 per cento rispetto a due anni precedenti. La pirateria priverebbe l’editoria, ogni anno, introiti per 771 milioni pari a circa un terzo del suo intero valore economico. Il fenomeno ha registrato una crescente impennata durante la pandemia. L’evoluzione digitale ha dato una grossa mano ai pirati che mettono in ginocchio l’economia e l’editoria.

Questo il commento di Ricardo Franco Levi all’indagine sulla pirateria: “Leggere, ascoltare o addirittura distribuire libri e audiolibri piratati significa contribuire a un fenomeno che toglie risorse economiche e posti di lavoro all’editoria, introiti fiscali allo Stato e che riduce le opportunità per i giovani creativi di poter vivere del loro lavoro grazie ai diritti d’autore. Le persone ne devono essere coscienti, e consapevoli che possono essere chiamate a rispondere per gli atti illeciti che compiono: su questo serve l’impegno delle istituzioni. La pirateria colpisce tutte le industrie creative italiane – editoria libraria e periodica, tv, cinema, musica – e laddove si sono avviate efficaci campagne di contrasto, come sugli abbonamenti alle tv a pagamento, i risultati iniziano a farsi vedere”.

Il presidente della Fieg Andrea Riffeser Monti ha però voluto ribadire gli sforzi che editori e forze dell’ordine stanno compiendo per un arginare il fenomeno: “Il rafforzamento dei poteri dell’Agcom in materia, sia sotto il profilo sanzionatorio sia sotto il profilo procedurale, va inteso quale indispensabile completamento della disciplina di riferimento ed è di fondamentale importanza per l’industria dell’editoria giornalistica, soprattutto in considerazione delle ingenti perdite subite dalle imprese editoriali a causa della proliferazione di canali, chat e siti dedicati alla diffusione non autorizzata di testate giornalistiche, perdite stimate, da un’analisi molto conservativa effettuata dagli uffici di Fieg nell’aprile 2020, in circa 250 milioni di euro l’anno”.