Emilia-Romagna: penuria di docenti per via del carovita
In molti non accettano la chiamata: uno stipendio di 1200 euro non basta per un affitto di 800 euro
Alex Lung | 18 August 2023

L'Emilia-Romagna si prepara a riaprire le scuole con una grave mancanza di docenti di ruolo: su 13.900 insegnanti necessari, ce ne sono appena 4.000. Il motivo? Molti rinunciano alla chiamata per via del carovita delle principali città emiliane: Bologna, Modena, Parma, Ferrara e Reggio Emilia. Secondo i dati dell'edizione bolognese di Repubblica, su 2.137 chiamate (di cui 1.861 per il sostegno), solo in 17 hanno accettato la cattedra.

Monica Barbolini, segretaria regionale di CISL Scuola, spiega al giornale che la radice del problema sta negli stipendi bassi, inadeguati a sostentare una persona - tantomeno una famiglia - nella costosa Emilia-Romagna: "A pesare è sempre di più il costo della vita e in particolare della casa. Un insegnante che guadagna in media 1200-1300 euro al mese difficilmente può sostenere un affitto da 700-800 euro. Bisognerebbe pensare a un bonus casa per i docenti, altrimenti la vedo dura". Piuttosto che avventurarsi come docenti di ruolo in Emilia, molti preferiscono mantenere una posizione precaria in località più economicamente accessibili: "Assistiamo sempre di più al fenomeno di docenti precari, inseriti nelle GPS, che non se la sentono, evidentemente, di abbandonare l'ordinario, seppure svolto come supplenti", espone Barbolini.

Le più gravi mancanze di registrano relativamente ai docenti di sostegno, in particolare alla primaria: 83 cattedre vuote a Modena, 65 a Bologna, 60 a Reggio Emilia, 50 a Parma, 45 a Ravenna, 27 a Ferrara e 26 a Piacenza.