Diritto allo studio europeo, integrazione e sinergia le parole chiave
Intervista al neo Vicepresidente dell’ECStA, Alessandro Sciretti, sulle politiche condivise fra i vari Organismi nazionali per il DSU
Redazione | 12 May 2023

Il Diritto allo Studio oltrepassa i confini nazionali ed è un diritto europeo, che vede il coinvolgimento attivo e consapevole di tutti gli stati membri.

Ben 17 Paesi UE sono uniti infatti da unico obiettivo: permettere agli studenti di proseguire il proprio percorso di studi, abbattendo le discriminazioni e collaborando per offrire un supporto socio economico concreto e comune.

Questo uno degli obiettivi dell’ECStA (European Council for Student Affairs), l’associazione internazionale che riunisce i vari organismi nazionali dell’UE per il Diritto allo Studio che si occupano dei servizi per gli studenti come borse di studio, gestione del servizio mensa e delle residenze universitarie, diffusi in tutta l’Europa.

L’Assemblea dell’ECStA si è riunita lo scorso 21 aprile ed ha avuto come risultato l’elezione, del nuovo Presidente, l’italiano Stefano Ferrarese e, come Vice Presidente dell’organismo, di Alessandro Ciro Sciretti, Presidente dell’Edisu Campus Piemonte.

Abbiamo intervistato Sciretti per saperne di più sugli obiettivi comuni dell’ECStA e per farci raccontare in che modo si sta scrivendo, insieme, un Diritto allo Studio europeo inclusivo e costruttivo. Il lavoro infatti portato avanti da anni da ANDISU oltrepassa i confini nazionali, trovando alleati europei pronti a far crescere le potenzialità già in essere.

Quali sono i suoi primi obiettivi da Vice Presidente?

Il primo obiettivo che ci siamo dati è di valorizzare il ruolo delle buone pratiche messe in campo a livello europeo scambiandosi continuamente informazioni. In questo senso l’elezione a Presidente del collega Ferrarese è prodotto di un intenso lavoro che ANDISU ha fatto, soprattutto nell’ultimo anno, per rendere coesa in ambito europeo la rappresentanza del Diritto allo Studio realizzato in Italia. Ci siamo insieme proposti un obiettivo più complesso: fino a oggi ECStA si è concentrata sul far conoscere agli altri le buone pratiche, ma da ora in poi stiamo lavorando per immaginare un sistema di tutoraggio dove un Paese o un organismo DSU molto skillato su certe attività (per esempio sulle mense) oltre a raccontare quali sono le buone pratiche, possa avviare le attività di tutoraggio e formazione agli altri partner europei in modo da poter assistere alla realizzazione effettiva di queste buone pratiche.

Diritto allo Studio Europeo, cosa è stato fatto fino a oggi e con quali organismi DSU?

I sistemi si diversificano da paese a paese: il modello tedesco e quello francese sono più simili a quello italiano (hanno anche loro una divisione per enti regionali). In questi anni molte iniziative sono state avviate, come l’European Student Card. Si tratta della carta dello studente ed è un processo molto avanzato. Si sta facendo un’attività di dissemination per diffondere la conoscenza di questa card fra i paesi europei. Facendo un esempio concreto: grazie alla carta uno studente di Torino o di Roma, se si trova in altre città europee per studio o per vacanza, può accedere ai servizi del Diritto allo Studio del Paese dove si trova (mensa, biblioteca, sala studio,ecc.) con la stessa tessera che utilizza nella sua città d’origine. Questo è un ulteriore passo in avanti nell’integrazione europea.

Se potesse descrivere con una parola chiave questo percorso condiviso quale utilizzerebbe?

Sinergia. Perché l’obiettivo è che tutti gli sforzi di ogni organismo territoriale non si perdano entro i confini geografici, ma vadano oltre. Il processo che abbiamo avviato ha lo scopo di aiutare a far crescere complessivamente il Diritto allo Studio Europeo.

Il 21 aprile scorso ha partecipato insieme al Presidente Alessio Pontillo alla General Assembly dell’European Council for Students Affair (ECStA) a Venezia. Che tipo di incontro è stato? Quanti hanno partecipato?

L’incontro si è svolto in forma ibrida con persone collegate online e persone in presenza in rappresentanza delle realtà DSU nazionali. Eravamo circa 30 rappresentanti di 17 paesi differenti.

L’assemblea si tiene con cadenza annuale e ogni 3 anni ci sono le elezioni (quella di quest’anno era l’assemblea elettiva). Nell’incontro di quest’anno ogni paese ha inoltre raccontato e condiviso un aggiornamento sugli avvenimenti degli ultimi 12 mesi e sul Diritto allo Studio nel proprio paese, analizzando le soluzioni e le varie criticità presenti. Fra queste è uscito il tema della salute mentale post Covid, un problema presente ovunque che gli organismi DSU stanno affrontando.

Quali saranno i prossimi appuntamenti?

Una seduta del board si è tenuta subito dopo l’assemblea e lunedì 15 maggio ci sarà un’altra seduta. Verranno realizzati circa due executive board al mese. L’obiettivo è infatti quello di riunirsi frequentemente per un mandato ancora più prolifico di risultati per gli studenti europei.

Per la cosiddetta generazione Erasmus quanto è importante che il concetto di Europa sia presente nel Diritto allo Studio?

Il processo d’integrazione europea è un processo avviato con fatica e che va portato avanti in tutti gli aspetti. Nel mondo universitario si sono già poste le basi e le condizioni da molto tempo. Chiaramente oggi, organizzativamente, ci sono ancora delle criticità come i sistemi informativi diversi e standard qualitativi e quantitativi diversi tra paesi. Dobbiamo promuovere l’Europa integrando effettivamente i servizi in modo che i ragazzi abbiano più facilità a usufruire della mobilità internazionale.