Dress code nelle scuole: il vestiario degli studenti italiani tra pareri e proteste
I tanti divieti sull'abbigliamento scolastico spingono i ragazzi a difendere la propria libertà individuale
Aurora Figini | 10 marzo 2023

Per dress code si intende un insieme di regole riguardanti l'abbigliamento da indossare in determinati luoghi o situazioni; spesso, queste regole, sono sottintese. Il dress code nelle scuole ormai è oggetto di dibattito, dai titoli sui giornali, alle denunce sui social fino ad arrivare alle polemiche nei vari salotti delle trasmissioni televisive. L'opinione pubblica è divisa da pareri contrastanti: c'è chi sostiene che a scuola si debba tenere un abbigliamento decoroso, ricorrendo, anche, all'uniforme dell'istituto, mentre altri sostengono che la scuola sia il luogo adatto per poter esprimere se stessi e di conseguenza vestirsi come meglio si crede.

Abbigliamento consono o non consono

Alcuni studenti hanno raccontato che sono state fatte girare delle specifiche circolari che spiegano cosa può essere indossato e cosa è considerato non consono per l’ambiente scuola. Grazie a un’indagine partita da Skuola.net, una piattaforma online dedicata agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, sono stati "intervistati" più di un migliaio di ragazzi riguardo l'argomento "dress code scolastico’’. Dalle inchieste è risultato che solo il 38% dei ragazzi ha carta bianca sul vestiario scolastico, mentre più del 60% degli studenti afferma che si è trovato di fronte a dei divieti per quanto riguarda l’abbigliamento.

Casi di protesta: gli studenti alzano la voce

Negli ultimi anni sono stati tanti gli episodi di protesta, mediatica e non solo, riguardo al vestiario degli studenti italiani. Un caso noto è quello Angelo Ragazzini, che nel 2020 decise di andare a scuola con la gonna per combattere gli stereotipi; o quello avvenuto a Roma al Liceo Scientifico statale Augusto Righi, quando, nei confronti di una ragazza di 16 anni, una professoressa ha pronunciato una frase molto infelice, domandando «Ma che stai sulla Salaria». Immediata la reazione degli studenti, scatenata dal fatto che la ragazza è stata “apostrofata” solo perché indossava una maglietta corta con la pancia scoperta mentre insieme ai suoi compagni si divertiva a filmare un video da postare su TikTok. Il consiglio studentesco ha quindi deciso di intervenire presentandosi il giorno seguente con magliette e gonne corte in segno di contestazione, valutando anche l’ipotesi di praticare un’ora di sciopero degli studenti. Infine in classe con i professori si è discusso sull’accaduto, dove questi ultimi hanno riconosciuto la gravità della frase espressa dalla loro collega. Penso sia necessario riconoscere la forte solidarietà, l’unione, il sostegno tra gli studenti di questo istituto. Con questa protesta infatti i ragazzi hanno voluto soffermarsi su quanto il dress code scolastico imponga dei limiti alla manifestazione della propria identità e personalità, e dell'uso, scorretto, che a volte ne viene fatto da parte di docenti.