PCTO, pro e contro dell'alternanza scuola lavoro
I pregi e i difetti dei Percorsi per lo sviluppo delle Competenze Trasversali e per l'Orientamento
Tommaso Di Pierro | 14 aprile 2023

La ridefinizione delle caratteristiche dell'Alternanza scuola lavoro, così come erano state delineate dalla legge n. 107/215, e la modifica della denominazione della stessa con il DM. 774 del 4 settembre 2019 in "Percorsi per lo sviluppo delle Competenze Trasversali e per l'Orientamento", (PCTO), ha permesso ai ragazzi delle scuole superiori di conoscere da vicino il mondo del lavoro e di formarsi attivamente in contesti professionali in linea con il proprio indirizzo di studio. Ma è davvero giusta l'Alternanza scuola lavoro? Vediamo insieme i pregi e i difetti dei PCTO.

PCTO: pregi...

I PCTO costituiscono un'opportunità formativa unica che valorizza i percorsi di studio e la didattica nelle aule, riducendo il divario tra il sistema scolastico e il mondo del lavoro, portando i ragazzi in contesti di apprendimento differenti e permettendo un approfondimento pratico e necessario all'avanzamento dei propri interessi individuali. Soprattutto negli istituti tecnici e professionali, più direttamente collegati al mondo del lavoro rispetto ai licei, validi percorsi di PCTO servono a verificare sul campo le conoscenze apprese a livello teorico e a sperimentare in diversi ambienti lavorativi, come imprese e aziende, i primi fondamenti di lavori manuali di varia natura. L'esperienza sul campo permette anche una maggiore evoluzione del proprio carattere e funge da stimolo alla realizzazione personale, infondendo fiducia nelle proprie capacità e portando ad una maggiore consapevolezza sia nella scelta del percorso di studio universitario sia della futura carriera che si vuole intraprendere. Oltre a ciò i PCTO portano alla maturazione di abilità trasversali, necessarie in ogni curriculum vitae, assicurando competenze nuove e spendibili nel mondo del lavoro.

e difetti...

Non mancano i dovuti difetti del caso, come il disinteresse da parte di istituti scolastici, professori e spesso degli stessi enti che propongono stage poco in linea con gli indirizzi di studio delle scuole. Al riguardo abbiamo parlato con una studentessa di un noto liceo romano, che ci ha raccontato di come la sua esperienza di stage in un asilo nido fosse stata completamente organizzata da lei (e dai suoi compagni) senza che la scuola facesse da tramite o fosse d'aiuto in alcun modo, e di come, sempre nel suo istituto, le esperienze di coordinatore turistico presso i Tourist Infopoints di Roma Capitale richiedessero turni lunghissimi, spesso serali, senza pause e senza un minimo di assitenza da parte del tutor esterno, responsabile di molti ragazzi non ancora maggiorenni. Altro difetto è la mancata retribuzione degli studenti, su cui si era già espresso durante il XVIII Congresso della Uil il segretario generale della Uil Scuola RUA, Giuseppe D'Aprile: "il Pcto, per come è strutturato oggi, non è lavoro bensì manodopera a costo zero. Spesso si fa passare per stage ciò che è sfruttamento, in alcuni casi anche minorile". Proprio il monte ore, pur diminuito dal 2019, può rappresentare una fonte di disagio e di stress, togliendo tempo prezioso allo studio. Ma il problema più grande, e che genera maggiore preoccupazione, resta sicuramente quello dell'incompleto funzionamento della sicurezza nei luoghi di lavoro. La mancata tutela degli studenti durante gli stage, che ha portato recentemente alla scomparsa dei due diciottenni Giuliano De Seta, morto lo scorso 16 settembre, e Lorenzo Parelli, morto pochi giorni fa, il 21 gennaio, è riprova di quanto normative più giuste e investimenti adeguati risultino indispensabili per la tutela dei ragazzi nei luoghi di lavoro. Luoghi, ricordiamolo, di formazione, non di morte