Sguardi prospettici sul territorio
Al via il progetto che coinvolgerà gli studenti nel racconto del proprio territorio attraverso lo strumento radiofonico
Redazione di Roma | 3 settembre 2020

Con che occhi gli adolescenti di oggi guardano l’Italia? Da quale prospettiva vivono e interpretano il proprio territorio e le proprie città? Da sempre, bellezza e turismo sono aspetti fondamentali del nostro Paese e i ragazzi sono chiamati a preservare il tesoro che li circonda. Lo sanno bene gli studenti dell’Istituto tecnico statale per il Turismo Cristoforo Colombo di Roma, capofila del progetto Sguardi prospettici dei giovani su e per il territorio, vincitore del bando Emergenza Covid-19, di cui Mandragola Editrice è attuatore. Il turismo vive di territorialità e di sguardi prospettici, appunto, e le nuove generazioni sono il mirino più adatto per guardare verso il futuro.

E se lo sguardo su Roma sarà affidato agli studenti del Colombo, non mancherà un racconto approfondito dell’Emilia Romagna, grazie alla rete di scuole che ha aderito al progetto: l’Istituto Comprensivo di Savignano sul Panaro (MO), il Liceo Laura Bassi di Bologna e il Liceo Artistico Toschi di Parma. Le quattro scuole parteciperanno ai laboratori di giornalismo e comunicazione multimediale (radio, giornale, web, social) messi in campo tanto su piattaforma didattica digitale integrata quanto in presenza. La finalità è realizzare prodotti di comunicazione per raccontare e promuovere il territorio. I partner di progetto, Mandragola Editrice Scg e Media Literacy Foundation, metteranno a disposizione giornalisti ed esperti, nonché infrastruttura tecnica e media per la realizzazione del progetto e la disseminazione dei risultati. I ragazzi avranno la possibilità di visitare il proprio quartiere e le proprie città accompagnati da fotografi, giornalisti ed esperti sotto il segno dell’inclusività.

Strumenti di partenza sono l’osservazione e il racconto attraverso la parola, una parola che si fa mattone di nuove costruzioni identitarie individuali e collettive, sulle cui fondamenta creare nuovi possibili percorsi di vita. La comunicazione del patrimonio, le forme di partecipazione, la scuola come unità di dialogo con il territorio e lo sviluppo di capacità trovano nel progetto il contenitore ideale di tutti i processi ad essi sottesi.

Perché “guardare” non è solo “vedere” e – come insegnava Antoine de Saint-Exupéry – “Si vede bene solo con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. E i ragazzi, con il proprio cuore, vedono sempre più in fondo.