Durante gli anni della scuola superiore il dilemma “partire o tornare” colpisce quasi tutti almeno una volta. In parte è la scuola stessa a instillare la questione: con il diritto all’anno all’estero, infatti, è probabile che ogni studente e studentessa prenda in considerazione almeno per un attimo la possibilità di salutare amici e parenti e imbarcarsi su un aereo diretto verso qualche scuola più o meno lontana. Gaia Reggimenti e Lorenzo Di Pasquale del Liceo “Spaventa” di Città Sant’Angelo(PE) sono tra coloro che hanno colto l’occasione per conoscere altre parti del mondo e hanno raccontato la loro esperienza sul giornalino scolastico.
GAIA REGGIMENTI, New York City, Stati Uniti
Gaia ha subito il cosiddetto shock culturale, l’impatto con un modo di vivere diverso da quello a cui si è abituati. Gli ambiti che più hanno subito la differenza dall’Italia sono stati l’alimentazione e la scuola, oltre alla lingua. La sua famiglia ospitante infatti non è abituata alla ritualità conviviale dei pasti italiani e solo dopo aver digiunato per qualche tempo Gaia ha capito che ognuno mangiava per conto proprio. Per quanto riguarda il sistema scolastico, quello americano è molto distante dal nostro: solo quattro anni di superiori, niente esame di maturità né bocciature (se non passi una verifica la ripeti finché non riesci), cambio classe ad ogni ora. L’aspetto più arduo però è probabilmente la socializzazione: con 8 ore al giorno da passare in classe, una verifica alla settimana per ogni materia e nessuna proposta sportiva o di altro tipo all’esterno, tutto ruota intorno alla scuola, dove è obbligatorio aderire ad almeno un club tra sport, musica, scienze e teatro. Gaia ha scelto attività sportive che sono stagionali per via delle variabili temperature; esse si distinguono in autunnali (settembre-novembre: calcio), invernali (dicembre-febbraio: basket, bowling, atletica indoor), primaverili (febbraio-maggio: golf). In tutte le scuole dello stato di New York le lezioni iniziano alle 7, un’ora prima rispetto all’Italia; l’orario dei pasti è perciò differente: la pausa pranzo di 20 minuti presso la mensa gratuita è alle 10 di mattina, mentre al ritorno a casa si mangia direttamente per cena, ovvero alle 17. Inoltre, vi è un alto patriottismo: alle 8:20 di ogni giorno si effettua una promessa di obbedienza e fedeltà alla scuola e alla nazione, conosciuta come Pledge of Allegiance (Giuramento di Alleanza) e prima di ogni partita o attività si canta l’inno nazionale.
LORENZO DI PASQUALE, Grobina, Lettonia
Lorenzo ha confessato che nei primi giorni è stato quasi impossibile trovarsi con gli altri e che la mancanza si è fatta sentire ma, senza perdere mai le speranze, ha imparato a vivere in quella nuova città. La scuola in Lettonia è molto diversa da quella italiana: la settimana è corta e dai sette ai sedici anni i bambini e i ragazzi stanno tutti insieme nella stessa scuola che viene chiamata “la scuola elementare”; i tre anni successivi invece si va al “Vidusskola”. Nel liceo tutti studiano le stesse cose e non esistono gli indirizzi, ma questa non è l’unica differenza con il sistema italiano: come negli USA, le verifiche sono solo scritte e ogni lezione richiede un cambio classe; inoltre anche in Lettonia non esiste la bocciatura, ma a differenza dell’America chi non raggiunge i risultati richiesti viene direttamente espulso. La giornata dura otto ore, ma tra una lezione e l’altra c’è una pausa di venti minuti nella quale si può anche uscire dalla scuola e andare a comprare qualcosa da mangiare per poi ritornare in orario. Anche in questo caso, la cena si fa presto, alle 18.00, e i piatti tipici lettoni sono costituiti prevalentemente da patate, formaggi, funghi e zuppe, ma Lorenzo si sta abituando ad apprezzare la cucina locale. Nella sua scuola è famoso per essere italiano e i bambini quando lo vedono gli chiedono entusiasti di parlare un po’ nella sua lingua: questo è uno dei motivi per cui si sente orgoglioso e molto fortunato ad avere avuto l’immensa occasione di poter studiare un anno all’estero.
“L’Angolino” è la rivista periodica dell’Istituto Omnicomprensivo di Città Sant’Angelo (PE). Ideata dagli studenti, sottolinea il legame con il territorio, declinando l’antico nome della città, Angulum, in un angolino delle idee, attraverso cui i giovani osservano, interpretano e comunicano la loro realtà: la rivista è infatti uno strumento di informazione, rivolto alla comunità scolastica ed extrascolastica, delle attività didatticoeducative che li coinvolgono, ma è anche uno spazio in cui possono riflettere sulla realtà glocale a cui appartengono, stimolando competenze trasversali connesse alla cittadinanza attiva.