Schettini, il prof influencer: la fisica come intrattenimento
Il prof. Schettini de @lafisicachecipiace inaugura il nuovo anno scolastico all’insegna della scienza
Redazione | 2 ottobre 2023

Vincenzo Schettini è il professore che ci piace. Fisico, musicista, scrittore, ma soprattutto prof influencer, sui social è conosciuto come @lafisicachecipiace. Le due anime, quella artistica e quella scientifica, si sono fuse sotto l’idea di trasformare la fisica da pura nozione a vero e proprio intrattenimento, imitando lo stesso effetto che ha la musica sul palcoscenico: da anni dirige un affermato gruppo gospel chiamato «Wanted Chorus» e insegna fisica nelle scuole superiori divulgandola contemporaneamente on line. Sui suoi canali social, dove è seguito complessivamente da più di tre milioni di followers, rende la sua materia accessibile a tutti insaporendo le lezioni con un tocco puramente personale. Da anni cura la parte social di un prestigioso programma di formazione dei docenti italiani al Cern di Ginevra. Ha pubblicato nel 2022 il suo primo libro, La fisica che ci piace, edito da Mondadori Electa, che nello stesso anno ha raggiunto la top ten dei libri di saggistica più venduti in Italia. Protagonista dell’evento di inaugurazione del nuovo anno scolastico “La scuola che vorrei” organizzato e voluto da Enaip Trentino in collaborazione con Zai.net, ha parlato di scuola, fisica e divulgazione scientifica.

 

Partiamo dal libro La Fisica che ci piace, premio Elsa Morante Ragazzi Esperienze 2023, in classifica da quasi 50 settimane.

Quando mi hanno chiesto di scrivere un libro, non potevo non parlare di fisica, ma come si fa a scrivere un libro di fisica che non annoi? Ho provato a parlarne a 360 gradi, dai moti alla fisica quantistica fino alla fisica del futuro, quella che svilupperete voi ragazzi. Il 95% della materia e dell’energia dell’universo è oscura, ossia ancora da capire e quest’ultima parte del libro spero sia da spunto per appassionarsi e incuriosirsi a questa materia e alle possibili scoperte. Ovviamente il libro rispecchia lo stile che avete conosciuto sui social, che parte dalla vita quotidiana senza dimenticare la componente dell’intrattenimento. Pensate che la mia professoressa del liceo diceva sempre che non sapevo scrivere. E ora il mio libro è best seller in Italia. Non lo dico per incensarmi, ma per mandare ai ragazzi un messaggio: non lasciatevi mai mortificare dalle parole.

 

A proposito di insegnamento, il metodo che propone anche sui social è rivoluzionario rispetto alla classica lezione frontale. In cosa consiste?

Bisogna iniziare a capire che la nozione in sé la acquisiremo in modalità diverse. I ragazzi devono cercare, studiare e far proprie le informazioni, mentre gli insegnanti devono scovare le attitudini di ogni singolo studente. Non è sempre facile, anche perché la scuola spesso richiede più burocrati che insegnanti e ci ritroviamo a compilare scartoffie dalla mattina alla sera invece di pensare ai ragazzi che abbiamo davanti.

 

Un consiglio per approcciare in maniera più tranquilla e appassionata allo studio?

Fare sport. È una cosa che libera fisico e mente e aiuta a organizzare le proprie giornate. Quando ci sono delle attività schedulate durante le giornate, organizzarsi è un obbligo. E poi considerate sempre che fuori dalla scuola c’è tanta scuola. Dal teatro alla fotografia, dalla musica allo sport. Più vi butterete più le attitudini verranno fuori e saranno valorizzate. Pensate che da piccolo ho fatto un corso di mimo perché avevo intuito che la mia attitudine era comunicativa.

 

In questi giorni, in seguito all’uscita di Oppenheimer, si parla tanto di scienza, ed è tornato un certo fascino intorno alla fisica. Lo ha visto? Che ne pensa?

Andatelo a vedere! Il film racconta gli anni in cui l’uomo intuisce che dentro l’atomo c’è una forza, chiamata “nucleare forte” e che, se spaccato, è in grado di provocare un’energia incredibile. Questa energia cinetica la puoi usare per fare del bene o del male, come in quegli anni. Fra di voi ci deve essere qualcuno capace di arrivare al bene più velocemente che al male.

 

Che ne pensa dell’Intelligenza Artificiale come strumento didattico?

L’Intelligenza Artificiale di per sé è uno strumento che può essere utilizzato in modo positivo o negativo. Vi racconto due esempi: quello positivo riguarda alcune città all’avanguardia, che stanno affidando la propria capacità organizzativa a un’intelligenza artificiale. Pensate che sogno poter affidare tutti i processi organizzativi che ora passano per ministeri, persone e decisioni, a una macchina! L’esempio negativo riguarda invece gli studenti che si affidano a lei per risolvere i problemi di matematica o per scrivere i temi. Si finisce per non saper fare niente e ci si ritrova adulti incapaci di affrontare le difficoltà.

 

Tra i numerosi progetti che porta avanti ce n’è uno dedicati ai più piccoli: La fisica che ci piace Kids. Ce ne parla?

Durante i firmacopie mi rendo conto che il 20% del pubblico sono bambini e così, motivato anche dalle parole del premio Nobel Parisi, che sostiene che la scienza debba essere insegnata sin dalla scuola dell’infanzia, ho deciso di coinvolgere 4 studenti del corso di laurea in fisica a Bari per creare contenuti rivolti ai bambini con un messaggio ludico ed educativo.