"Il grande dittatore", quando arte e realtà si incontrano.
Non solo una parodia del nazismo, ma un messaggio di pace di cui abbiamo ancora bisogno.
Matilde Titone | 7 marzo 2022

Il Film e la situazione in Ucraina 

Negli ultimi giorni sui social sono tornate in evidenza alcune scene del celebre film “Il grande dittatore" di Charlie Chaplin, in particolare il momento in cui il dittatore danza con un mappamondo gonfiabile e il famoso discorso finale, entrambe fortemente attuali a causa del delicato conflitto russo-ucraino. "Il grande dittatore" è un film del 1940, satira del nazismo che prende di mira direttamente Adolf Hitler e il suo movimento. Il protagonista è un barbiere ebreo che durante la prima guerra mondiale ha perso la memoria e, una volta tornato a casa, si trova catapultato in una seconda guerra mondiale causata del dittatore della Tomania, Adenoid Hynkel, chiara parodia di Hitler. Tra il barbiere e il dittatore c'è però una straordinaria somiglianza fisica che porterà, verso la fine della pellicola, ad una svolta: Hynkel, che ha perso l'uniforme militare, viene scambiato dai suoi soldati per il barbiere ebreo e arrestato. Il barbiere invece per salvarsi la vita finge di essere il dittatore. In perfetta uniforme terrà il suo primo discorso davanti al popolo dell'Ostria, finendo per lanciare al mondo un messaggio di amore, libertà, uguaglianza e solidarietà tra gli uomini. Il film uscì nelle sale statunitensi il 15 ottobre 1940, ma in quasi tutta l'Europa fino al 1945 il potere nazifascista ne proibì la distribuzione. In Italia il Ministero della cultura popolare emanò la disposizione di "ignorare la pellicola propagandistica dell'ebreo Chaplin".  Proprio come Hynkel che danza, fa volteggiare e rimbalzare il mappamondo fino a farlo scoppiare nelle sue mani, così sembra fare Putin. Nello stesso modo in cui si è preso gioco di più Paesi, ha giocato con la pace, cercando di farla scoppiare nelle sue mani come un mappamondo gonfiabile. Prima di dare un definitivo inizio alla guerra, ha provocato una forte pressione psicologica sull'Ucraina e non solo. Ha piazzato sul suolo Bielorusso, suo alleato, 130.000 militari e dato avvio ad esercitazioni nella regione di Brest, al confine con l'Ucraina, mentre navi da guerra russe attraversavano il Bosforo e i Dardanelli per accedere al Mar Nero, incrementando la tensione con l'Ucraina e generando preoccupazione nei Paesi occidentali. Tutto questo è stato giustificato come un' “operazione militare speciale”.  All'alba del 24 febbraio però Putin ha lanciato un attacco ingiustificato all'Ucraina, dando in questo inizio alla guerra. "Banda di drogati e neonazisti”, così in un discorso il Presidente russo ha definito il governo ucraino.

 

Messaggio di umanità e fratellanza 

Oggi, proprio come nel film Il grande dittatore, sarebbe bello che qualcuno, un sosia di Putin, prendesse parola e con un grande messaggio di speranza e umanità metta fine a tutto. Ma il coraggio, l'umanità e la fratellanza non sono, per fortuna, mancate del tutto. Nel celebre discorso finale Chaplin, tramite il suo personaggio dice: “...tutti noi esseri umani dovremmo unirci, aiutarci sempre, dovremmo godere della felicità del prossimo... l'avidità ha avvelenato i nostri cuori, fatto precipitare il mondo nell'odio... Più che macchine ci serve umanità, più che abilità ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è vuota e violenta e tutto è perduto." Da Roma ad Helsinky, da Barcellona ad Atene e ancora Tokyo, Washington, San Pietroburgo e tantissime altre città. Il mondo scende in piazza. Per le strade, davanti alle sedi diplomatiche si agitano bandiere, cartelli e striscioni, intonando l'inno ucraino, tutti al grido No alla Guerra” per condannare l'attacco di Mosca a Kiev e all'intera Ucraina. Putin è designato come killer, un dittatore e le azioni russe sono rinnegate presino dai suoi cittadini che sui cartelli scrivono “Russia doesn't want  war”.  Alle Olimpiadi invernali e in altre competizioni sportive gli atleti hanno fatto sentire la propria voce.  A Pechino i campioni dello sci acrobatico, l'ucraino Abramenko e il russo Burov, si sono abbracciati sia dopo la gara che dopo la premiazione, inviando un intenso messaggio di Pace. Un atto eroico è stato invece compiuto  da 13 militari ucraini, che a costo della vita hanno difeso l'isola Zmeiny da una nave militare russa, che li avvisava di arrendersi. Skakun, un ingegnere ucraino di 24 anni, ha scelto di sacrificarsi e attivare a mano una bomba per far saltare un ponte, gesto fondamentale per rallentare i carri armati russi e l'avanzata delle truppe. I media sono teastimoni in questi giorni di drammatiche separazioni dovute al conflitto, l'ultimo saluto di famiglie, coppie e non solo arriva sotto i nostri occhi grazie alla convidisione di foto e video. Ma c'è anche chi ha scelto di combattere fianco a fianco, come Arieva e Fursin che hanno anticipato il loro matrimonio e subito dopo sono andati ad arruolarsi insieme. Charlie Chaplin conclude: "Prima o poi usciremo dall’oscurità verso la luce e vivremo in un mondo nuovo, un mondo più buono, in cui gli uomini si solleveranno al di sopra della loro avidità, del loro odio, della loro brutalità." E noi non possiamo far altro che ripetere le sue parole e cercare in esse una speranza per il futuro.