La Turchia è un paese per donne?
Uno dei paesi orientali che assicurano più diritti alle donne, ma allo stesso tempo impregnato di logiche maschiliste e patriarcali: lo strano caso della Turchia
Aurora Cacciatore | 28 maggio 2021

In Turchia la lotta è ancora lunga per raggiungere l’uguaglianza di genere. La donna ha assicurati per legge molti diritti, ed è molto avvantaggiata rispetto a quanto accade in altri paesi europei. Un esempio è il divorzio, in cui la moglie riceve una "pensione" ogni mese dall’ex marito e, se si hanno dei figli, la cifra aumenta; i beni di solito vanno a lei al momento della separazione. Ma questi diritti non vengono rispettati da tutti - in particolar modo dai conservatori - nella vita quotidiana.

Diritti sulla carta, società patriarcale

Ripercorrendo la storia possiamo notare come la donna è stata e continua ad essere vittima di stupro e delitti "d’amore"

Il movimento del femminismo turco prese avvio nel XIX secolo nel contesto del declino e della prima modernizzazione dell’Impero Ottomano. In questo periodo le donne istruite all’élite di Istanbul cominciarono ad organizzarsi tramite le prime associazioni femministe. Con le riforme del Tanzimat (1839-76), il movimento delle donne ottomane iniziò a reclamare i propri diritti. Combatterono per aumentare l'accesso delle donne all'istruzione pubblica e al lavoro retribuito, per l'abolizione della poligamia e del peçe, il velo islamico. Le prime femministe pubblicarono inoltre riviste dedicate espressamente alle donne in diverse lingue ed istituirono varie associazioni volte al progresso in molti settori della società ancora fortemente intrisa di tradizionalismo. Sebbene la Turchia fu uno dei primi paesi d’Europa a concedere il diritto al voto e di essere votate alle donne (1922), come si spiegano i casi molto frequenti di violenza sulle donne in questo paese?

Islamizzazione e valori delle campagne

La Turchia politicamente parlando è un paese molto complesso: comprende tante religioni, culture, tradizioni e popoli. Il fondatore della Repubblica, Mustafa Kemal Atatürk, aveva una visione progressista e moderna della Turchia, rendendola una nazione laica, sebbene le sue riforme siano ora messe in discussione dall'attuale presidente Erdogan, che come alcuni politici nostrani - Salvini in primis - sfrutta la religione a fini politici. Con la situazione politica di oggi si può dire che c’è un’islamizzazione incosciente. Ma nonostante ciò il paese resta legalmente laico: non si vedono simboli religiosi nelle piazze e nemmeno nelle aule. Questa visione è tramandata e rappresenta la base della società turca moderna, basata sulla buona educazione, sulla scienza e sulla tolleranza. 

Femminicidi e violenza in lockdown

Tutte le maggiori religioni pongono la donna in uno status “inferiore” rispetto all’uomo. La forte islamizzazione del paese ha contribuito a questa visione, unita al fatto che la Turchia rurale vive ancora isolata e attaccata ai valori ancestrali tradizionalisti e conservatori. L’alto numero di femminicidi è il risultato di questo e di tante atre politiche sociali ed educazione macate. In Turchia dall'inizio del lockdown ad oggi almeno 300 donne sono state uccise - spesso tra le mura domestiche - e 99 sono state costrette a cambiare identità e a trasferirsi, per sfuggire alle persecuzioni di ex mariti, compagni e fidanzati.

Come riporta Il Manifesto, i numeri sono abbastanza allarmanti e i gruppi femministi e le associazioni per i diritti delle donne si muovono affinché i tribunali rimangano operativi quando si tratta di queste denunce.

Parola alle donne turche

Noi di Zai.net abbiamo deciso di comprendere fino in fondo le profonde contraddizioni della Turchia riguardo all'approccio alla condizione femminile, e per farlo abbiamo contattato alcune donne turche. Mi sono iscritta a un gruppo Facebook e, spiegando le ragioni della mia iscrizione, ho chiesto se ci fossero ragazze disposte a raccontarmi e descrivermi le loro condizioni di vita. Sono arrivati un sacco di commenti al riguardo e la maggior parte sottolineava l'impossibilità di generalizzare: tutto cambia non solo in base alle città, ma anche nei singoli quartieri.

Latife (nome di fantasia), che ho contattato privatamente, mi ha parlato del tenore di vita condotto dalle donne a Smirne, una delle città più emancipate della Turchia. Qui c’è una visione di una donna libera rispetto ad altre realtà: ha infatti la possibilità di lavorare, di studiare, di uscire e di scegliersi un compagno.

Nelle regioni più orientali la realtà cambia: la donna è costretta al ruolo di madre e moglie. Anche quando non si verificano episodi di violenza fisica, la donna appare comunque sottomessa psicologicamente all’uomo e, se per caso volesse divorziare dal marito, verrebbe ripudiata dalla sua stessa famiglia, rischiando di finire per strada. Un’altra differenza tra le regioni occidentali e quelle orientali è che, mentre nei primi si ha più libertà nei modi di fare e di vestirsi, nelle seconde no. Anche per quanto riguarda i matrimoni questi risultano spesso combinati.

C’è da specificare che le donne turche non sono come quelle, ad esempio, dell'Iran: difficilmente sarà obbligatorio l’uso del velo, e le donne si ribellerebbero se ciò venisse prescritto dalla legge.

La Turchia è un paese per donne?

A tutte le donne intervistate ho posto la stessa domanda: «Cosa risponderesti alle persone che dicono che la Turchia non è un paese per donne?». Ognuna di loro mi ha risposto secondo il proprio pensiero. Ma probabilmente, al momento attuale, nessun paese è per donne, e non lo sarà finché esisterà il patriarcato. Insomma, oggi come oggi è difficile essere donna in qualsiasi posto del mondo, e non bisognerebbe pensare solo alla sostenuta "inciviltà" di paesi lontano dall'Itala, ma probabilmente basterebbe guardare fuori dalla nostra stessa finestra.