Transessualità, cos'è concettualmente e burocraticamente
Aspetti storici, psicologici e burocratici di chi, pur essendo nato con un sesso si considera appartenente al sesso opposto e aspira ad assumerne le caratteristiche fisiche
Marta Gargano | 14 maggio 2021

La disforia di genere, l’identificazione di se stessi con il sesso opposto, è stata eliminata dall’elenco delle malattie mentali solo nel 2018 dall’OMS.

Transessualità

Transessualità è il termine che indica chi, pur essendo nato con un sesso si considera appartenente al sesso opposto e aspira ad assumerne le caratteristiche fisiche tramite terapie ormonali e interventi chirurgici; bisogna ricordare che questo termine fa riferimento all’identità di genere e dunque esclusivamente alla percezione che ha la persona di sé stessa.

Gli aspetti burocratici

Un parte molto importante della transessualità è poi quella burocratica. Secondo la Sentenza n.180 del 2017 della Corte Costituzionale non è più necessario un intervento di cambio di sesso per ottenere nuovi documenti. Molte volte le persone transessuali non hanno la possibilità, a causa di problematiche salutari o economiche, di effettuare l’intervento di rimozione completa degli organi genitali che portano alla completa sterilizzazione della persona. Nel 2017 la Corte Europea dei Diritti dell’uomo ha decretato che richiedere un intervento di sterilizzazione viola i diritti umani. Le difficoltà di ottenere documenti con effettivamente l'identità in cui una persona si rispecchia è molto importante, sopratutto per le persone che non hanno intenzione di operarsi perché evita malintesi e diverse difficoltà, che possono anche sfociare in gravi problemi di discriminazione, ancora molto presenti non solo in Italia ma in tutto il mondo. In molti paesi, nonostante queste “nuove” leggi, è necessario sottoporsi all’intervento di cambio di sesso per ottenere nuovi documenti; in altri è invece necessario ottenere un certificato di buona salute mentale per ottenere l’assenso all'intervento di cambio di sesso. 

Il caso del Camerun

Un esempio di discriminazione è avvenuto in questi giorni nel Camerun, Africa centrale. Due transgender sono stati processati e condannati di “tentata omosessualità, atti osceni in luogo pubblico, errata identificazione dell’altro”, attraverso questi capi d’accusa è stato inflitto il massimo della pena, 5 anni oltre a un’ammenda di poco più di 300 euro. Il governo di Yaoundé non vuole permettere la diffusione dell’omosessualità, come se fosse una vera e propria malattia, all’interno del paese nel quale molte tribù hanno condannato delle persone a pene severissime per le loro preferenze sessuali. Possiamo dunque affermare che è in atto una vera e propria persecuzione contro la comunità LGBT e una violazione dei diritti umani in quanto, chi è stato arrestato è stato sottoposto a esami anali forzati per affermarne l’omosessualità, gli stessi attivisti dei diritti umani ritengono vi sia una crescente criminalizzazione nei confronti dei transgender e omosessuali in Camerun.

Ddl Zan

Recentemente è stato accettato il disegno di legge “Ddl Zan” dalla camera, questa tuttavia è rimasta in stallo per molti mesi a causa della Lega e del suo senatore Andrea Ostellari. Il disegno di legge Zan va contro le discriminazioni e violenze per orientamento sessuale, genere, identità di genere e bullismo, che riguarda la discriminazione nei confronti delle persone con disabilità. Fondamentalmente il ddl Zan interviene su due articoli del codice penale e amplia la cosiddetta legge Mancino inserendo accanto alle discriminazioni per razza, etnia…anche le discriminazione per sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere prevedendo una serie di azioni per prevenirle. Questo disegno di legge ha avuto delle reazione diametralmente opposte, se da una parte vi sono persone contrarie o incerte su una legge il quale contenuto dovrebbe essere un normale comportamento dell’uomo, dall’altra vi sono molte persone a sostegno, tra le più “influenti” vi è Fedez, che ha riscontrato una serie di reazioni in seguito al discorso eseguito il 1 maggio per il Concertone su rai 3.

Lili Elbe

Il primo intervento di cambio di sesso di tutta la storia è stato realizzato nel 1930 sull’artista danese Einar Magnus Andrea Wegener, o meglio Lili Elbe, a cui è stato dedicato il film The Danish Girl.  Einar posava più volte come modella in abiti da donna per la moglie, Gerda, e da lì inizia ad emergere la sua identità femminile. Durante questa fase si confronta con vari medici, che lo identificano come schizofrenico e malato di mente. Nel 1912 la coppia, stanca del bigottismo di Copenaghen, si trasferisce a Parigi dove Einar ha la possibilità di vivere come una donna, vestendosi come tale e assumendo il nome di Lilli Elbe. Lilli viene poi a conoscenza della possibilità di trasformare in modo permanente il suo corpo maschile in un corpo femminile. All'epoca gli interventi chirurgici di riassegnazione sessuale erano ancora sperimentali, nel 1930 Lilli si sottopone al suo primo intervento, quella di rimozione dei testicoli; negli anni successivi procede con interventi di rimozione del pene e trapianto di ovaie, ne subisce anche un altro, per probabile rigetto. Questi interventi le consentono di cambiare legalmente nome e di ricevere il passaporto sotto nome di Lili Elbe. Lilli, all'interno del suo diario personale, descrive i suoi cambiamenti come una rinascita della donna che ha sempre saputo di essere. L'ultimo intervento, quello del trapianto di utero e costruzione di una vagina artificiale, nella speranza di poter procreare, gli fu fatale. Negli anni successivi la storia di Lilli Elbe inizia ad essere conosciuta attraverso i diari che lei stessa aveva scritto in quegli anni. La storia di Lili Elbe è fatta di amore, quello di Gerda che non abbandonò mai il marito sostenendolo in quella difficile prova; di solitudine, di smarrimento e di immenso coraggio, ma anche di un'infelicità che non l'abbandona neppure dopo essere diventata finalmente donna. Ha infatti sviluppato delle vere proprie fobie dopo le varie operazioni, non vuole uscire dalla clinica dove è ricoverata preferendo la solitudine. Ha timore, come scrive all'interno del suo diario, del mondo che l'attende fuori, gli sguardi dei giudizi sprezzanti che potrebbe ricevere; arriva addirittura a pensare di farsi suora e di rimanere in quella clinica come infermiera. Lili Elbe ha dato voce e speranza a tante persone che dopo di lei hanno provato a essere quello che desideravano, per questo oggi Lili rappresenta il simbolo per tutti coloro che non accettano l'imposizione di rigidi stati sociali ma che sognano solo di essere liberi.