Aleskej Naval’nyj, chi è l'attivista russo che si batte contro Putin
Ripercorriamo insieme la sua storia e le sue battaglie
Sofia Garofoli | 4 maggio 2021

L'attivista politico russo Aleskej Naval’nyj è stato al centro dell’attenzione mediatica per via dello sciopero della fame che ha annunciato a seguito del suo arresto avvenuto il 17 gennaio scorso. Non molti però conosco il motivo di tale azione.

Chi è

Aleskej Naval’nyj è un blogger e attivista russo che ha tentato di dimostrare i brogli elettorali avvenuti durante l’elezione dell’attuale presidente Vladimir Putin. Leader dell’opposizione russa e organizzatore di diverse proteste anti-cremlino, Naval’nyj è stato arrestato nel 2012 e nel 2014. In entrambi i casi non ha portato a termine la condanna, perché giudicata contraria alle norme sui diritti umani dalla Corte Europea.

L'avvelenamento

La mattina del 22 agosto 2020, Aleskej Naval’nyj era su un aereo, diretto a Mosca quando è stato effettuato un atterraggio d’emergenza, dal momento che Naval’nyj si trovava in uno stato comatoso a seguito di un avvelenamento avvenuto in circostanze poco chiare, forse per mezzo di un the bevuto il giorno stesso in aeroporto. Dapprima è stato portato in un ospedale di Omsk, per poi essere successivamente trasferito a Berlino, dove si è ripreso del tutto.

L'arresto

Nonostante l'infermità, Naval’nyj non ha mai indugiato sulla sua decisione di tornare in Russia non appena si fosse ripreso. Il 17 gennaio 2021 è stato così arrestato, processato e condannato, meno di 24 ore dopo il suo arrivo. L’accusa formale è quella di appropriazione indebita delle donazioni fatte alla sua fondazione Anti-corruzione e rischia per questo fino a dieci anni di carcere. Molti si sono mossi in suo favore, con sit-in e proteste organizzate dai suoi concittadini o appelli di politici come Joe Biden, Ursula von der Layen, Emmanuel Macron e Luigi di Maio che hanno denunciato la cattura come politicamente motivata, chiedendo l’immediato rilascio.

Lo sciopero della fame

Il 31 marzo Aleskej Naval’nyj ha inoltre annunciato uno sciopero della fame, arrivando a pesare 72 kili. La Russia ha rifiutato ogni offerta dai Paesi disposti a fornire cure e assistenza medica. Lo sciopero è stato poi interrotto il 23 aprile dopo che sono state accontentate gran parte delle sue richieste, tra le quali essere visitato da medici che non fossero del penitenziario per il nervo schiacciato che gli procurava dolori alla schiena e alla gamba destra.

La strada da percorrere verso una Russia più democratica è ancora molta, ma sarà possibile ricordare Naval’nyj come uno di coloro che hanno fatto tremare il Cremlino.