Diddy potrebbe uscire subito di prigione. O tra vent’anni -o tra undici
Redazione | 1 ottobre 2025

Venerdì avverrà l’udienza per la condanna di Diddy

Photo Credits: John Seb Barber

L’udienza di venerdì è sempre più vicina. Questa settimana il destino di Diddy sarà stabilito dal giudice: il rischio maggiore è fino a vent’anni per i due reati legati al favoreggiamento della prostituzione. Ma non è improbabile che gli vada molto meglio.

I suoi avvocati, infatti, hanno chiesto una pena massima di 14 mesi – che, considerando il tempo già scontato, equivarrebbero praticamente alla libertà immediata. Secondo i documenti ottenuti da Reuters, invece, i pubblici ministeri chiedono che Diddy sconti “almeno 135 mesi di reclusione” più una multa di mezzo milione. Complessivamente sarebbero undici anni e tre mesi, e il magnate uscirebbe a gennaio 2037, se non si considera il tempo già scontato ed eventuali riduzioni di pena per buona condotta.

Secondo il suo team legale, “È tempo che il signor Combs torni a casa dalla sua famiglia”, si legge nel memorandum depositato dagli avvocati di Diddy, “così da poter proseguire il suo trattamento e cercare di vivere al meglio il prossimo capitolo della sua straordinaria vita. Una condanna non superiore a 14 mesi è chiaramente ‘sufficiente, ma non eccessiva’ per assolvere agli scopi della pena”.

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Di tutt’altro avviso è sicuramente Cassie Ventura, l’ex fidanzata di Diddy e vittima emblema del processo, che alla lettura del verdetto di luglio aveva espresso la propria preoccupazione riguardo a eventuali ritornsioni di Combs se fosse tornato presto in libertà: “Sebbene la giuria non abbia compreso o creduto che io abbia preso parte ai cosiddetti freak-offs a causa della forza e della coercizione esercitate dall’imputato su di me, io so che questa è la verità, e la sua condanna dovrebbe riflettere la realtà delle prove e della mia esperienza vissuta come vittima… Ho molta paura che, se tornerà in libertà, le sue prime azioni saranno ritorsioni rapide contro di me e contro le altre persone che hanno testimoniato sul suo abuso durante il processo”.