Palme, iguane e pappagalli giganti
L’anno all’estero di Alice, che in Honduras si è dedicata anche al volontariato
Giulia Galletta, 16 anni | 5 marzo 2020

Meta da sogno per Alice, che grazie a Intercultura sta vivendo un’esperienza incredibile in Honduras, tra spiagge paradisiache ma anche qualche difficoltà…

 

Perché hai scelto l’Honduras?

Perché amo la cultura latina, che è molto aperta e accogliente, e poi in Honduras tutte le scuole sono bilingue, perciò avevo la possibilità di studiare molte materie scolastiche in inglese. Mi sembrava un’opportunità da cogliere.

 

Raccontaci i paesaggi e l’atmosfera.

Qui ci sono 35° perenni, anche a dicembre, Natale, Capodanno… fa davvero caldissimo! E c’è una grandissima varietà naturale: davanti casa ci sono sempre iguane e pappagalli rossi giganti che già alle 8 del mattino iniziano a urlare e la frutta è davvero squisita. Le spiagge sono tipicamente tropicali, con la sabbia bianca e le palme, mentre le città ogni tanto possono essere pericolose.

 

Una cosa dell’Honduras che porteresti in Italia e viceversa?

Una cosa che mi è piaciuta molto dell’Honduras è stata il Trabajo Social, che è un po’ un’alternativa alla nostra alternanza scuola-lavoro. Ogni sabato i ragazzi della mia età, dell’ultimo anno di scuola, vanno a dare lezioni di spagnolo ai bambini delle scuole pubbliche, dove in realtà non si impara la lingua perché ci sono situazioni un po’ delicate, dove i bambini non hanno da mangiare e sono inseriti in classi di 50 alunni. È un modo per entrare realmente a contatto con l’altra parte del mondo e vedere l’autenticità del Paese in cui sto vivendo. Dall’Italia invece porterei l’apertura mentale. L’Honduras è ancora un po’ indietro da questo punto di vista, ad esempio sul discorso della parità dei sessi o su questioni che diamo per scontate.