Intercultura, l’Educazione civica e la Dimensione Internazionale
Resoconto dei temi trattati durante il convegno da Azzolina, Pagnoncelli e Bruschi
Laura Marta Di Gangi | 13 ottobre 2020

Il ministro Azzolina ha dato avvio al convegno L'Educazione Civica e la Dimensione Internazionale, promosso da Intercultura, con il suo discorso sulla crisi che da mesi si è abbattuta sulla popolazione e delle difficoltà che essa ha portato con sè. Focus del suo esposto è stata l’importanza del ruolo della scuola e dei sacrifici svolti affinché queste potessero riaprire dopo il lungo lockdown. Si è soffermata inoltre sull’importanza del ruolo svolto da Intercultura e dei viaggi da essa promossi che permettono ai ragazzi di svolgere questi percorsi all’estero che favoriscono l’apprendimento della lingua, delle competenze trasversali come il problem solving e la capacità di sapersi muovere e adattare a contesti nuovi, nonché l’apprendimento del proprio ruolo attivo all’interno della società.

Cosa pensano ragazzi e presidi dell'educazione civica?

Durante il convegno è stato compito di Nando Pagnoncelli, sondaggista italiano, tirare le somme della ricerca svolta da Ipsos incentrata sull’educazione civica e somministrata a opinion leader, presidi e studenti delle scuole superiori.Da questa ricerca emerge come il concetto di cittadinanza sia declinabile quanto a livello giuridico quanto a livello comunitario. Emerge infatti che i ragazzi intendano la cittadinanza come un qualcosa che abbia un senso utilitaristico, mentre per i presidi sia una materia prioritaria su cui necessita soffermarsi affinché si creino cittadini consapevoli. L’educazione civica non fa altro che accrescere il livello culturale del nostro Paese, affrontare grandi temi e questioni importanti, rinnovare la didattica stimolando l’interesse dei ragazzi e promuovere valori e responsabilità individuali.  Risulta quindi fondamentale introdurre e promuovere l’introduzione dell’educazione civica all’interno delle scuole in quanto obiettivo di tale materia è la formazione di cittadini consapevoli e dotati di apertura mentale e senso civico.

Max Bruschi, capo del dipartimento di istruzione, afferma che: “Il nuovo insegnamento trae dalla consapevolezza di altre culture e lingue una coscienza di quelli che sono aspetti comuni e quelle che sono le differenze che arricchiscono. Le ore non sono troppe o troppo poche, ma le modalità attraverso cui la scuola e la famiglia sanno dare questo patrimonio chiamato cultura sono fondamentali”. È necessario considerare questo anno come anno di preparazione e non vederlo solo come tempo perso, deve voler dire prepararsi a un periodo futuro in cui essere pronti a un flusso di scambi con l’estero che sia il più sicuro possibile.

Infine possiamo affermare che l’esperienza di Intercultura è per i ragazzi fondamentale anche per l’accrescimento della conoscenza dell’educazione civica durante la propria esperienza all’estero, così come riportato dalle testimonianze dei ragazzi che hanno preso parte in anni passati a questa esperienza formativa.