Mark Zuckerberg e il Suo Complesso da “Fine del Mondo” alle Hawaii: Realtà o Fantasia?
Redazione | 19 dicembre 2023

Il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, sta costruendo un complesso da 100 milioni di dollari alle Hawaii, suscitando i commenti del rapper Meek Mill.

Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, è recentemente balzato agli onori delle cronache per la costruzione di un imponente complesso da 100 milioni di dollari nelle Hawaii, che include una serie di misure di sicurezza estese, tra cui un grande bunker sotterraneo​​. Il complesso si estende su 1.400 acri di terreno nel ranch di Koolau a Kauai e comprende almeno 30 camere da letto, oltre a caratteristiche uniche come case sull’albero, ponti di corda e tunnel​​​​​​.



Il progetto, che include anche un bunker sotterraneo di 5.000 piedi quadrati dotato di un portello di fuga e autonomo per quanto riguarda cibo e acqua, sembra essere una preparazione per un eventuale scenario apocalittico​​​​. Queste notizie hanno suscitato molto interesse e dibattito, soprattutto alla luce del recente film di Netflix “Leave The World Behind”, incentrato sulla preparazione degli ultra-ricchi per un’imminente Armageddon.

Meek Mill commenta su twitter il bunker

Il rapper Meek Mill, figura di spicco nell’ambito hip-hop, ha espresso la sua opinione sui presunti preparativi per il giorno del giudizio del CEO di Meta, prendendosi gioco del cosiddetto “Zuckerbunker”. “Se non riesci a sentire che qualcosa sta arrivando sei un idiota lol”, ha twittato Meek il lunedì (18 dicembre), ricevendo oltre 10.000 mi piace sulla piattaforma e l’accordo di un gran numero di altri utenti di Twitter (X)​​.

Tuttavia, un portavoce di Mark Zuckerberg e di sua moglie, Priscilla Chan, ha minimizzato le voci secondo cui una potenziale apocalisse sarebbe il motivo dietro la costruzione del loro Ranch di Ko’olau. “Quando hanno acquisito la proprietà, hanno revocato un accordo esistente che avrebbe permesso di dividere parti del terreno in 80 case di lusso”, si legge in una dichiarazione a People. “Sotto la loro gestione, meno dell’uno percento del terreno complessivo è sviluppato, con la grande maggioranza dedicata all’agricoltura, all’allevamento, alla conservazione, agli spazi aperti e alla preservazione della fauna selvatica”​​.