Covid freestyle, rappare in lockdown
A causa della reclusione che ha costretto tutti a casa, molti giovani - principalmente tra 18 e 25 anni - si sono addentrati nel mondo della musica. Il genere che è prevalso più di tutti dopo questo periodo è stato il rap
Edoardo Pamphili e Lorenzo Pennisi | 12 aprile 2021

A causa della reclusione che ha costretto tutti a casa, molti giovani - principalmente tra 18 e 25 anni - si sono addentrati nel mondo della musica. Il genere che è prevalso più di tutti dopo questo periodo è stato il rap.

Covid freestyle

Molto spesso i brani sono stati prodotti in casa senza attrezzature professionali, autoprodotti e auto pubblicati sui social più noti tra i quali Instagram e Facebook o piattaforme multimediali come Spotify, YouTube e Amazon music. La maniera con la quale la maggior parte di questi artisti ha provato ad emergere sono stati i cosiddetti “covid freestyle”. Generalmente questi ultimi sono dei freestyle a tema coronavirus nei quali l’artista esprime la sua sull’argomento e si sfoga vista la terribile situazione vissuta.

Rondodasosa

Uno dei principali esempi di questo fenomeno è Mattia Barbieri in arte Rondodasosa. Originario di Milano, quartiere San Siro, è nato il 29 aprile 2002. Nel 2020 è riuscito a farsi conoscere con il pezzo “free Samy” e poco dopo è esploso con il suo “covid freestyle” pubblicato su Instagram, che ha totalizzato milioni di ascolti. È inoltre comparso in album di artisti molto noti come, ad esempio, in “J” di Lazza. A ottobre scorso ha pubblicato il suo primo album chiamato “Giovane Rondo” in cui compaiono molti altri artisti noti.

I big

Non solo piccoli ed emergenti artisti hanno realizzato singoli a tema coronavirus: pilastri della musica rap come Salmo e Tedua hanno pubblicato questo genere di musica, ottenendo anche importanti e grandi numeri.