Il paradosso della scelta
Siamo veramente liberi nella società consumista?
Elio Sanchez | 14 giugno 2020

La nostra società ci mette costantemente davanti a un ventaglio di opzioni che ci fanno sentire estremamente liberi di scegliere, ma è realmente così? Quanta libertà abbiamo nelle nostre scelte? Abbiamo la possibilità di costruire un nostro pensiero senza influenze esterne?

Barry Schwartz, nel suo libro Il paradosso della scelta sostiene che “l’abbondanza di scelte può influire negativamente sulla nostra felicità” e cerca di spiegare come le nostre scelte, in fondo, non siano del tutto nostre. Schwartz fa l’esempio della spesa al supermercato: tra gli scaffali troviamo un’enorme quantità di scelte che ci permette di fare svariate ricette. Lo stesso se entriamo in un negozio di elettronica, per comprare uno stereo: c’è così tanta scelta di combinazioni che è veramente difficile scegliere la migliore. Ma non c’è solo l’indecisione: le tante scelte ci causano anche una certa dose di infelicità e ci sentiamo sollevati quando qualcuno prende una decisione al nostro posto, limitando forse la nostra libertà di scelta, ma aiutandoci a decidere. Certo, una dittatura non è libertà, ma nemmeno fare tutto da soli lo è.

Basti pensare a quanto la Rete influenzi quotidianamente le nostre decisioni: da un lato internet ci offre un ventaglio amplissimo di scelte, dall’altro ci condizione con dei modelli predefiniti; quindi secondo il paradosso di Schwartz, ci rende molto più infelici.

Dal punto di vista politico, il paradosso della scelta agisce solo nella ricca società occidentale e non – per ovvie ragioni - nei Paesi dove scegliere è ancora un lusso; eppure la nostra libertà, secondo Schwartz, non è che un’illusione: “Queste scelte, complicate e dispendiose, non sono semplicemente inutili. Sono addirittura deleterie. Ci fanno stare peggio”.

E quindi come essere veramente liberi? “Se un po’ delle opzioni che abbiamo di fronte fosse riversato in quelle dove la gente ne ha troppe poche, non sarebbe solo la loro vita a migliorare ma anche la nostra società. Questo è quello che gli economisti chiamano un miglioramento paretiano”.

E quanto è concreto questo paradosso! Viviamo in una società caratterizzata dal consumismo e acquistiamo tante cose perché abbiamo tanta scelta, ma dopo poco tempo o le buttiamo oppure le lasciamo da parte. E così diventiamo infelici, perché avvertiamo l’impossibilità di acquistare tutto ciò che vorremmo.