Oggi, 17 settembre, da qualche parte nel mondo non è una giornata qualsiasi: in Argentina infatti si celebra la Giornata del Professore. Si tratta di una ricorrenza nata per ricordare Domingo Faustino Sarmiento, educatore e poi presidente, considerato il padre della scuola pubblica nel paese -basti pensare che è ricordato come il "Maestro de América". Ad oggi, però, questa data è andata oltre la figura di Sarmiento ed è diventata il simbolo del riconoscimento di una professione che incide profondamente sul futuro delle persone e delle società: quella dell’insegnante.
Insegnare (per) la democrazia
Festeggiare i professori significa riconoscere che l’istruzione non è solo trasmissione di nozioni, ma un atto di costruzione democratica. Ogni insegnante (almeno in teoria) accompagna i suoi studenti nella crescita intellettuale e civile, insegnando non solo a leggere e scrivere, ma anche a pensare criticamente, a dialogare, a immaginare il futuro. Per questo motivo, la scuola è da sempre considerata il cuore della cittadinanza e della partecipazione.
Eppure, il ruolo degli insegnanti è spesso sottovalutato: in molte parti del mondo, infatti, i docenti affrontano stipendi bassi, precarietà, scarse risorse e una crescente complessità sociale. Festeggiare una giornata a loro dedicata non è quindi un gesto retorico, ma un’occasione per ribadire che senza insegnanti motivati e valorizzati non esiste un’istruzione di qualità. Da questo punto di vista è spesso preso a modello il sistema finlandese, che da anni investe risorse per la scuola e in particolare per la preparazione degli e delle insegnanti, ultraqualificati e molto stimati dalla comunità.
La situazione in Europa
In Italia ed Europa non esiste una giornata nazionale come in Argentina, ma il 5 ottobre si celebra ovunque la Giornata Mondiale degli Insegnanti, istituita dall’UNESCO. Alcuni paesi europei, come la Spagna o la Polonia, hanno anche date proprie legate a figure religiose o pedagogiche. Questo dimostra quanto il riconoscimento degli insegnanti sia universale, anche se espresso in modi diversi.
La ricorrenza argentina ci ricorda allora che non basta dire “grazie professore” una volta l’anno: la sfida è costruire società in cui il sapere sia accessibile a tutti e chi lo trasmette venga rispettato, sostenuto e valorizzato. Perché, come ricordava Sarmiento, “la scuola è la base della democrazia”.