Dislessia, cosa succede dopo la scuola?
I DSA possono essere un valore aggiunto per molte aziende. Ma ancora non tutti ne sono consapevoli
Alessia Ruzzeddu | 13 settembre 2022

Negli ultimi anni, il mondo della scuola ha fatto passi da gigante nel riconoscimento dei DSA, i disturbi specifici dell’apprendimento ma, finito il ciclo scolastico, non si tengono più in considerazione le specificità di ciascuno e, quando si cerca lavoro o si pensa al futuro, si ha la sensazione di ritrovarsi a navigare in alto mare. La dislessia in particolare interessa circa il 5% della popolazione italiana, 2,9 milioni di persone e per questo deve diventare un tema sempre più diffuso non solo in ambito scolastico, ma anche nel contesto lavorativo. “Eppure le persone neurodivergenti hanno molti talenti da prestare a un’organizzazione, portano prospettive, soluzioni e idee innovative uniche” spiega Alessia Ruzzeddu Responsabile Training, Welfare Diversity & Inclusion Management di Autostrade per l’Italia. Con il progetto DSA Progress for Work, il Gruppo ha infatti inaugurato in Italia un percorso di certificazione Dyslexia Friendly Company con l’obiettivo di creare le condizioni organizzative affinché le persone con una neurodiversità come la Dislessia possano inserirsi con successo nel mondo del lavoro, contribuendo al successo dell'impresa e a un maggiore engagement dei lavoratori e delle lavoratrici che vivono questa realtà. Processi di reclutamento e selezione del personale più inclusivi ma anche attività di sensibilizzazione rivolte a tutta la popolazione aziendale: oggi Autostrade per l’Italia insieme a Tim, Intesa San Paolo, IBM, Micron, Orienta e Axia rappresenta una delle poche aziende italiane ad esser state certificate Dyslexia Friendly ciò che contribuisce a rendere l’azienda particolarmente attenta a politiche di inclusività rivolte anche a risorse con neurodiversità.

“Questa certificazione - ricorda ancora Alessia - rappresenta per Autostrade per l’Italia solo il primo tassello di un percorso più ampio di trasformazione culturale. Abbiamo bisogno di rimuovere qualunque barriera e garantire opportunità per tutti, riscoprendo talenti nascosti anche da diversità invisibili come i disturbi del neurosviluppo. La capacità dell’impresa di creare valore passa dalla capacità di rendere il capitale umano una risorsa centrale e strategica per il nostro sviluppo”.