Lockdown e solitudine, i social non sono un rimedio
Abbiamo veramente bisogno di controllare il cellulare così frequentemente?
Sofia Freda | 24 marzo 2021

Ciascuno di noi è unito all’altro tramite i social media, divenuti ormai parte della nostra vita. Non vengono visti solo come un passatempo, ma anche come un bisogno di voler vedere cosa fanno gli altri rispetto a noi, aspetto che la maggior parte delle volte porta alla dipendenza. Per questo un problema attuale è il sentirsi soli, dovuto proprio a causa di essi. Il sociologo Francesco Pira ha affermato a proposito del suo libro pubblicato da poco Figli delle app, che durante questa pandemia il 60% dei ragazzi ha sofferto la solitudine ma che i social sono stati un rimedio.

Ma come si crea distacco dai social? Come si può smettere di sentirsi soli?

Ad esempio su questo concetto riflette l’autobiografia Vita su un pianeta nervoso di Matt Haig. L’autore in prima persona parla in maniera critica del mondo in cui viviamo e in particolare individua che una possibile soluzione su come sentirsi felici è riscoprire se stessi stando da soli. Parlare in rete a distanza apparentemente ci fa sentire in compagnia e felici, ma una volta tolto il cellulare ci rendiamo conto che la vita non è così semplice come quello che vediamo online. Su questo concetto viene detto in un capitolo del libro: “Il rimedio non consiste nel cercare di essere sempre in compagnia di altri, ma nel trovare un modo per essere felici in compagnia di se stessi. Non bisogna diventare antisociali, ma creare un equilibrio tra finzione e realtà, che ci permette di essere più sicuri di se stessi. È necessario imparare ad avere il controllo. Abbiamo davvero bisogno di controllare il cellulare così frequentemente?”.  La risposta dipende solo da noi, se siamo motivati a farlo.