Chiusura delle palestre, “Quasi il 30% non riuscirà a riaprire”
Diamo voce alle proteste, ecco il parere di Gaetano Scaglione, insegnante e istruttore che ha dovuto riadattarsi
Laura Marta Di Gangi | 3 novembre 2020

Diminuiscono i contagi in Italia,22.253, ma sale il numero di malati ricoverati in terapia intensiva, più di 2 mila. Motivo per il quale i medici di Milano hanno voluto fare un appello affinché ci sia più responsabilità nella gente perché si tratta di una situazione molto critica che non può che peggiorare se non si attuano le dovute precauzioni. Intanto gli ospedali di Italia si stanno adoperando per la costruzione di nuovi ospedali anti covid così da evitare di farsi trovare nuovamente impreparati. Nelle marche invece si è già stabilito che a partire dal 4 Novembre al 4 Dicembre, sarà attivata la DaD al 100% nelle Università e per la formazione professionale e la capienza massima sui mezzi di trasporto pubblico sarà ridotta la 50%.A proposito di scuola e didattica a distanza, noi di zai.net abbiamo continuato la nostra inchiesta intervistando Gaetano Scaglione, insegnante di educazione fisica e istruttore di aerobica, per sentire la sua opinione in merito ai provvedimenti presi dal Governo.

A scuola, visto il numero ridotto di ore che i ragazzi devono seguire, come hanno gestito il tempo da dedicare all’educazione fisica?        

A scuola il protocollo da seguire è quello di evitare gli tutti gli sport di squadra (pallavolo, pallacanestro e pallamano) quindi di svolgere solo le attività di ginnastica a corpo libero senza l'utilizzo di piccoli e grandi attrezzi. Quando portiamo gli alunni in palestra, devono rispettare la distanza di 2 metri l’uno dall’altro e in questi casi possono togliere la mascherina. Poiché gli alunni stanno per la maggior parte in classe per seguire le altre discipline, noi insegnanti di educazione fisica preferiamo, con il rispetto dei protocolli Covid, portarli in palestra perchè per il loro fisico è necessario che svolgano almeno per un paio di ore a settimana delle attività di tipo motorio e, se le condizioni atmosferiche lo permettono, siano inclini anche a svolgere le lezioni all’aperto, così che si corrano meno rischi possibili.

Sappiamo quanto sia importante per i ragazzi avere la possibilità di svolgere attività fisica, ma in caso si dovesse procedere con la didattica a distanza, come ti adopereresti?           

Come è già successo nei mesi di marzo, aprile e maggio durante il primo lockdown, in cui ci siamo dovuti adoperare da un momento all’altro affinché i ragazzi ricevessero la dovuta istruzione anche da casa. Se dovessimo rifare lezioni a distanza, il programma di educazione fisica sarà rimodulato con le lezioni teoriche. Sarà comunque un momento di apprendimento utile per i ragazzi che conosceranno meglio la storia e la nascita degli sport da loro amati, oltre che approfondire la conoscenza del corpo umano. Noi insegnanti provvederemo ad inviare materiale come ad esempio appunti, mediante la piattaforma che adopera la scuola, nel nostro caso gsuite. Per la parte pratica io ho pensato di far visualizzare dei video caricati su YouTube ai ragazzi, che dovranno poi eseguire.

Tu sei anche insegnante di aerobica presso una palestra, quanto ha influito la chiusura di questi luoghi su di te? E sulle persone che venivano a lezione?

La chiusura delle palestre per noi sportivi e lavoratori di questo settore ha influito ovviamente negativamente. Siamo una delle categorie che per prima ha chiuso i battenti e nonostante tutto ci eravamo attrezzati affinché tutti i protocolli anti covid venissero rispettati. La palestra per cui lavoro si era adoperata con gli ingressi scaglionati e con le prenotazioni che avvenivano attraverso applicazioni scaricabili su smartphone. Il governo ha però pensato bene di richiudere nonostante nei nostri luoghi i contagi siano zero.

Che futuro vedi per tutti coloro i quali che, come te, appartengono a queste categorie che sono state quasi dimenticate?

Io non parlerei proprio di futuro anzi non lo vedo proprio, quasi il 30% delle palestre non sono riuscite a riaprire dopo il primo lockdown a causa dei debiti e penso che questa seconda chiusura, avvenuta il 26 ottobre, segnerà la fine per molte altre.Nelle palestre si era già registrato un calo, non solo di nuovi iscritti ma anche degli abbonati abituali che, forse per paura dei contagi, hanno preferito svolgere attività in luoghi all’aperto o in casa grazie alle video lezioni caricate da altri istruttori.