Coronavirus, la crisi per un neolaureato
Giovanni ci racconta la sua ricerca di un'occupazione: su 100 richieste, hanno risposto solo 2 aziende. E come compenso gli è stato offerto un profilo Linkedin Premium al posto dello stipendio
Gianni Bellu | 22 giugno 2020

Giovanni è un giovane neolaureato in Scienze Politiche, da sempre appassionato al mondo delle istituzioni e della politica, che ha intrapreso il percorso universitario dei suoi sogni. Ma cosa significa cercare lavoro nel 2020? La sua è solo una delle innumerevoli storie di una generazione doppiamente messa in ginocchio. I dati, per chi cerca lavoro, sono drammatici se pensiamo che 7 milioni e 800mila lavoratori sono rimasti a casa su un totale di 23 milioni 360 mila causa Coronavirus. E la condizione è ancora più dura per i giovani: circa 2 milioni di lavoratori under35 non sono attualmente attivi, su un totale di 5 milioni e 171 mila, pari al 41,3%. Attualmente sta continuando a lavorare circa il 23%. 

Se già la situazione per i giovani laureati era difficile prima, ora sembra quasi impossibile riuscire a trovare un’occupazione.  Tu come ti stai muovendo e quali risposte stai ricevendo?

Sto cercando tramite numerose piattaforme come Linkedin e Tutored. Invio il maggior numero possibile di curriculum e application, ma su un centinaio di domande che ho inoltrato, le risposte sono state praticamente zero. Mi hanno contattato solo in due o tre, ma la cosa più grave è che tantissimi miei amici e coetanei versano tutti nella mia stessa condizione. Siamo tutti nella stessa barca!

Per quanto riguarda le poche offerte lavorative ricevute…

Poco tempo prima dello scoppio della pandemia, ho sostenuto un colloquio molto promettente che sembrava stesse per avere seguito, ma poi con il lockdown neanche loro mi hanno più risposto. Poi ho ricevuto solo due offerte concrete: un'azieda mi offriva un profilo Likedin Premium al posto dello stipendio; e un'altra un tirocinio intership di 4 mesi presso una società di marketing che si occupa di beni di lusso. Il tirocinio, però, non solo non era retribuito e comportava un trasferimento a Milano [attualmente vivo a Roma n.d.r.], ma come "compenso", mi hanno offerto una lettera di referenze, un  certificato di avvenuto tirocinio e l’accesso al loro portale...

Come vedi la situazione in un immediato futuro?

Al momento, la situazione non è delle migliori! Dando anche un’occhiata alle previsioni economiche e alle misure messe in campo, secondo me, rimarremo in questa stagnazione sino a settembre o addirittura sino al nuovo anno.

Trovi ancora qualche briciolo di speranza per noi giovani che ci stiamo addentrando nel mondo del lavoro? La politica sta pensando anche a questa fascia della popolazione o siamo lasciati a noi stessi?

Le speranze non vanno mai abbandonate perché, forse ancor di più in momenti del genere, bisogna stringere i denti, crescere, aggiornarsi, fare dei corsi online, qualsiasi esperienza che possa essere utile in prospettiva futura. Purtroppo la classe politica non è dalla nostra parte. Infatti, per quanto abbiano gestito in maniera solida l’epidemia nei primi mesi, adesso le misure economiche e sociali non sono sufficienti. Se dobbiamo avere speranza, è giusto averla in noi stessi, in quello che ognuno di noi può fare per cercare di migliorarsi, più che nella politica.

Nonostante molte facoltà non offrano grandi offerte di lavoro, consigli di seguire lo stesso una scelta universitaria dettata dal proprio cuore e non dalle prospettive lavorative?

Tendenzialmente sì, perchè la possibilità di avere successo dal punto di vista accademico è sicuramente più elevata seguendo le proprie preferenze, le proprie scelte. D’altro canto, però, il momento attuale obbliga ad avere uno sguardo più di ampio respiro e concentrarsi sulle occupazioni, che saranno più richieste e garantiranno un’occupazione più stabile.