A Brave New Europe: Generazione Europa
Da un anno Zai.net parla ai giovani di come vengono spesi i fondi dell’Unione Europea. Ma qual è la percezione della prima generazione veramente europeista?
Alex Lung | 7 settembre 2023

Tra nove mesi l’Italia e gli altri ventisei paesi che compongono l’Unione Europea saranno chiamati a rinnovare i loro seggi del Parlamento Europeo; un appuntamento importante e strategico, che delineerà il futuro dell’UE per i prossimi cinque anni. Da un anno Zai.net, insieme a Slow News, Internazionale, Revue Dessinée Italia e Secondo Welfare, si sta impegnando per spiegare il funzionamento dei i fondi della politica di coesione, in particolare a quei giovani che andranno a votare per la prima volta. Un’attività fondamentale, visto e considerando che le nuove generazioni hanno una visione dell’Europa unita molto diversa rispetto ai loro genitori: basti pensare che, alle elezioni dello scorso anno, la fascia dei 18-24enni ha votato i partiti europeisti in percentuale maggiore rispetto al resto della popolazione. Quindi, cosa pensiamo noi Zai.net giovani dell’Unione Europea e dei progetti che finanzia?

Gabriele, 17 anni

Sono europeista, secondo me il sistema funziona. Garantire gli stessi servizi in tutto il continente, anche in quei paesi che da soli non sarebbero in grado di offrirli, è un qualcosa di importante.

 

Davide, 18 anni

Secondo me è giusto rivedere alcune cose. Non trovo sia giusto che paesi come l’Italia o la Germania paghino più fondi di quanto ricevano in cambio.

 

Annalisa, 16 anni

L’Europa è una garanzia: l’Italia già è molto indietro per quanto riguarda i diritti civili e sociali, l’UE richiede che un minimo di standard vada rispettato.

 

Enrico, 20 anni

L’Unione Europea finanzia dei progetti green e dedicati al sociale che difficilmente potremmo realizzare senza i fondi comunitari. In questo modo aree disagiate o periferiche riescono a sopravvivere.

 

Francesca, 18 anni

L’Europa significa essere grandi in qualche modo. Non solo siamo più competitivi economicamente a livello internazionale, ma siamo anche parte di una grande comunità senza frontiere, dove tutti abbiamo le stesse opportunità.

 

Chiara, 19 anni

L’Europa dovrebbe essere più presente. Non basta mandare fondi, è necessario supervisionare come vengono utilizzati. Il rischio è che un progetto venga condotto male o che qualcuno se li intaschi.