La mia Svezia? Buona cucina, freddo e rispetto per l’ambiente
Il racconto di Laura, nel Nord Europa con Intercultura
9 gennaio 2020

«Mi attiravano molto i paesi del nord dell’Europa, per questo ho scelto di venire qui in Svezia», Laura Steca è pugliese ma da agosto scorso vive nel sud della Svezia e va a scuola nella città di Ystad. 

 

Raccontaci delle differenze con l’Italia…

Quando sono arrivata era agosto: il sole sorgeva molto presto e faceva buio molto tardi, verso le 22:30. È stato difficile abituarsi come del resto  è faticoso abituarsi al freddo, oggi la temperatura è di 2 gradi sotto lo zero. Un’altra cosa strana sono gli orari: ceniamo alle quattro di pomeriggio. All’inizio avevo fame verso le otto di sera e prendevo cioccolata e frutta dalla cucina prima di salire in stanza ma ora va meglio. Pranziamo anche presto, intorno alle 11:30. Dopo cena, la sera, restiamo a casa. 

 

Quali sono gli orari scolastici?

Non ci sono orari nel senso che non c‘è un orario fisso di entrata e uscita. Ad esempio, oggi, ho tre materie e tra l’una e l’altra alcune pause. La scuola qui è libera: i ragazzi possono portare in classe il cellulare e se vogliono possono anche non seguire la lezione, anche se nessuno lo fa. 

 

Come si svolge la vita fuori scuola?

Non ci sono compiti da portare a casa. Una lezione dura di solito più di un’ora, a volte anche due: il tempo è diviso tra la lezione vera e propria e i compiti che dobbiamo fare. In sostanza lavoriamo principalmente in classe.

 

Hai già fatto qualche viaggio?

Sì, in particolare la gita che mi è piaciuta di più è stata quella con la classe a Stoccolma. Ho visitato musei bellissimi, sono andata a teatro e ho anche partecipato ad un dibattito in Parlamento. Stoccolma è bella ed è molto verde.

 

Com’è il cibo?

La cucina svedese mi ha sorpresa: è particolare ma mi piace molto. Molte salsine, usano il contrasto tra dolce e salato, c’è sempre una marmellata anche in un piatto di pesce e non può mancare aglio e cipolla. La mia mamma ospitante cucina molto bene.

 

Com’è il rapporto con i professori?

Sembra un rapporto tra amici, ci si chiama per nome, pensate che io non conosco il cognome dei miei prof!

 

Cosa pensano gli svedesi di Greta Thunberg?

Tutti qui tengono molto al rispetto dell’ambiente, ma non la considerano un idolo. Le abitudini che mi hanno colpito sono diverse per esempio se compri una bottiglia di acqua di plastica paghi una tassa, dieci centesimi; se però la riporti vuota ti ridanno i soldi. Poi a scuola distribuiscono bicchieri di vetro: lo tieni una settimana e in quel tempo non lo lavi. Insomma, un modo per risparmiare acqua.