La formula vincente
A tu per tu con il giovane campione italiano Massimiliano Foschi
Redazione | 19 settembre 2019

Tre primi posti e un terzo posto a Parigi in quattro anni consecutivi; due volte campione italiano; un primo posto assoluto alle Olimpiadi (e due ori su due partecipazioni); argento alle Olimpiadi Internazionali e bronzo alle Balkan. 

Se Massimiliano Foschi fosse uno sportivo sarebbe già sulle prime pagine di mezzo mondo, ma la sua “disciplina” non ha a che fare con attrezzi o campi da gioco, anche se lo sforzo (mentale più che fisico) è degno di un vero e proprio olimpionico. 

Orgoglio italiano della matematica, il sedicenne del liceo scientifico Galileo Galilei di Civitavecchia, si è raccontato ai nostri microfoni, tra passioni, competizioni e sogni futuri. 

 

Da dove nasce la tua passione per la matematica?

A dire il vero non saprei identificare un momento preciso: ho sempre avuto interesse per il mondo matematico e scientifico, poi – man mano che sono andato avanti con gli studi - la passione si è evoluta e ho avuto modo di partecipare alle varie competizioni.

 

Visto il tuo palmares, in molti ti avranno messo addosso l’etichetta del “genio”. È una definizione che a volte ti pesa? Senti una certa responsabilità?

No, non mi sento nessuna responsabilità in particolare e nemmeno mi considero un genio. Certo, ho delle abilità innate per la matematica, ma sono soprattutto l’impegno e il duro lavoro ad avermi permesso di raggiungere questi livelli: lo studio, l’applicazione, la testardaggine del provarci e riprovarci anche quando il risultato non viene subito… le capacità che ho non sono esclusivamente innate.

 

La passione per la matematica è stata alimentata da qualche professore in particolare o dipende solo dallo studio personale? 

Devo ammettere che la passione in sé è innata, ma senza dubbio devo tanto ai miei professori, soprattutto perché senza di loro non avrei mai partecipato alle competizioni matematiche e raggiunto tante soddisfazioni. 

 

Il mondo delle gare matematiche è sconosciuto ai più. Raccontaci di che si tratta.

Le competizioni sono principalmente di due tipi: i Campionati Internazionali di Giochi Matematici e le Olimpiadi della Matematica. Entrambi consistono nel risolvere una serie di problemi che vengono posti e alla fine vince chi ne risolve di più. Ma, mentre nelle Olimpiadi viene richiesta anche una dimostrazione, nei Giochi Matematici basta il semplice risultato numerico. 

Questo per dire che c’è una certa varietà anche all’interno delle tipologie di gare matematiche.

 

La matematica, a scuola, non è certo una delle materie più amate, anzi... Ti sei mai dato una spiegazione al perché fatichi tanto a piacere agli studenti?

Forse perché ci vuole più tempo per appassionarvisi e per conoscerla, rispetto ad altre materie. È vero che a prima vista non è facile cogliere cosa ci sia di interessante, ad afferrare i concetti travestiti da numeri. La matematica ha bisogno di rielaborazione, è meno immediata di certe discipline. Direi che per questo risulta più ostica.

 

Il metodo di insegnamento scolastico può avere delle responsabilità nell’insuccesso al grande pubblico di questa disciplina? 

Ammetto di non essere un esperto, non so esattamente come funzioni il metodo scolastico. Però posso dire che senza dubbio il modo migliore sarebbe cercare di non mostrarla come un semplice insieme di formule, perché questo è esattamente ciò che la matematica non è. La matematica è un insieme di concetti legati da ragionamenti e bisogna mostrarla come appunto come un ragionamento, non come una sfida fine a se stessa. A volte può dare l’impressione di essere mnemonica, ma è tutta riflessione.

 

Sicuramente la matematica è una parte fondamentale della tua vita. Ma come ti aiuta nella quotidianità?

Escludendo le situazioni più particolari, come il conto quando si va a cena fuori (che naturalmente spetta sempre a me), devo dire che conoscere a fondo la matematica fa comodo in tutte le situazioni, perché in fin dei conti ti esercita a risolvere problemi. Un matematico è abituato ad avere a che fare con le difficoltà, con situazioni che non sa risolvere immediatamente, con il ragionamento complesso… Tutte situazioni che nella vita quotidiana sono presenti eccome!

 

Nel futuro come ti vedi? Come sfrutterai questa capacità?

Ho ancora tre anni di scuole superiori davanti a me, e ne approfitterò per cercare di approfondire le passioni che già ho e di coltivarne di nuove. Dopo la scuola non so dirti esattamente cosa farò, mi devo schiarire le idee per capire bene quale direzione dare a questa passione. Certamente vedo il mio futuro legato alla matematica, devo solo capire come.