Il concorso dei precari finisce alla Consulta
R.B. | 4 settembre 2018

Del concorso straordinario per i docenti delle scuole medie e superiori, riservato ai soli "abilitati", se ne occuperà la Consulta. Il Consiglio di Stato ha, difatti, rinviato alla Corte Costituzionale la norma attuativa che, in base alla Buona scuola, regola la materia. In attesa della decisione, il suddetto ha sospeso il concorso, che interessa migliaia di "abilitati", ammettendo tuttavia i candidati appartenenti alle categorie escluse. 

La decisione con cui la sesta sezione del Consiglio di Stato ha rimesso alla Consulta la questione di legittimità costituzionale della summenzionata norma attiene all'articolo 17 comma 2 lettera b) e comma 3 del decreto legislativo 59/2017, attuativo della Buona scuola; una norma riguardante il riordino del sistema di reclutamento degli insegnanti delle scuole secondarie (medie e superiori).

Questi commi dispongono, in via transitoria e in deroga al principio per il quale al concorso per l'insegnamento possono accedere tutti i laureati che hanno conseguito un certo numero di crediti qualificanti, un concorso straordinario riservato ai soli "abilitati" (cioè a chi è in possesso, oltre che della laurea, anche del titolo necessario nel sistema previgente). 

Al che, il Consiglio di Stato, nell'ordinanza depositata ieri, ha osservato che nel periodo che va dal '90 al 2017, ossia quando l'abilitazione costituiva un requisito essenziale per partecipare ai concorsi, averla conseguita o meno è dipeso da un insieme di circostanze casuali, non dipendenti dalla diligenza o dal merito dell'interessato, al punto che il mantenere la riserva degli abilitati equivarrebbe ad un'irragionevole disparità di trattamento rispetto ai laureati. 

Il Consiglio di Stato ha, inoltre, sollevato un'ulteriore questione di legittimità costituzionale delle stesse norme, soffermandosi sulla parte in cui, anche ammessa la validità della riserva, esse non comprendono tra i titoli abilitativi anche i dottorati di ricerca. 

Infine, sempre il Consiglio di Stato precisa che l'ordinanza concerne il solo insegnamento nella scuola secondaria ed è del tutto estranea al problema dei "diplomati magistrali", il quale riguarda, invece, unicamente la scuola primaria.