Gandhi: padre dell'India e cantore della non violenza
Omaggio al Mahatma Gandhi in occasione del settantesimo anniversario della scomparsa
Roberto Bertoni | 30 gennaio 2018

Mohandas Karamchand Gandhi, settant'anni fa. Rimase vittima di un estremista indù, morì a settantotto anni e chissà come sarebbe stata la storia dell'India se fosse rimasto ancora in vita ancora per un po', se Nathuram Godse non avesse compiuto un gesto tanto assurdo quanto controproducente, se questo apostolo della pace e della non violenza avesse potuto agire anche nel decennio successivo, contribuendo a forgiare una Nazione più moderna, meno retriva e meno disposta ad accettare soprusi e disuguaglianze. 

Perché Gandhi, padre dell'India moderna, cantore della disobbedienza civile e autore di una lotta durata per l'intera vita, questo sognatore visionario, indomito nella sua battaglia per la dignità dell'uomo e per l'indipendenza del suo popolo, era un'icona già in vita e in seguito ha assunto una dimensione quasi eroica.

Gandhi, colui che invitava ciascuno di noi ad essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo. Gandhi, colui che viveva in maniera sobria, amava il silenzio e considerava la purezza una condizione indispensabile per ogni azione umana. Gandhi il rivoluzionario mite. Gandhi esempio di coraggio, passione civile e profondità d'animo.

Ha attraversato decenni difficili, tremendi, è rimasto coerente, integerrimo, un esempio per la sua gente e per l'umanità intera. Ha rischiato, sofferto, pagato di persona un prezzo molto alto per le proprie lotte e oggi è considerato un caposaldo del pensiero politico e della battaglia universale contro ogni ingiustizia. 

Un emblema di rettitudine morale, un simbolo in ogni angolo del mondo, un predicatore pacato, i cui sostenitori, per dire, erano contrari alla pena di morte persino nei confronti del suo assassino, una carezza contro la barbarie, una speranza dotata di una forza straordinaria, capaci di trasformarsi in rivolta collettiva e in gioia di vivere e combattere insieme contro ogni avversità. 

Ci disse addio sette decenni fa e da allora l'India ha compiuto progressi incredibili per quanto riguarda l'aspetto economico ed industriale ma non certo dal punto di vista dei diritti umani e delle prospettive dei singoli individui. 

Perché di Gandhi difficilmente ne nascerà un altro e, se pure è nato, o è stato sufficientemente emarginato o è stato già assassinato, in quanto chi comanda nel mondo di oggi tutto può sopportare tranne che una persona perbene disposta a battersi per il prossimo e, per questo, amata e seguita da un intero popolo.