Giovani e droghe
Se cinque euro bastano per morire
Il dott. Carlo Locatelli del Centro Antiveleni e Centro Nazionale di informazione tossicologica della Fondazione Salvatore Maugeri di Pavia racconta come è cambiato l’approccio dei giovani alle sostanze stupefacenti
llenia Vitale | 5 novembre 2015

Eroina, cocaina, ecstasy, metamfetamine: ogni stagione ha la sua droga. Quali quelle nuove in commercio? Oggi in Europa ci sono 570 molecole nuove. È un mare magnum in continua evoluzione. Solitamente all’inizio  la  sostanza  d’abuso  più  frequente  è la marijuana, perché è la più facile da trovare e da smerciare. Da questa ad altre droghe il passaggio è breve e semplice. Il problema è di consapevolezza, perché spesso molti pensano di prendere l’ecstasy, ma in realtà nelle pasticche ci sono molte altre molecole, più pericolose di quelle vecchie. Si tratta di un fenomeno da distinguere completamente dal vecchio mondo delle tossicodipendenze.

 

Dove si trovano queste nuove sostanze? C’è un mercato dilagante su internet. Non è esclusivo, ma prevalentemente vengono vendute lì. E come qualsiasi cosa online, è ingovernabile e inarrestabile: le persone possono acquistare con lo smartphone e la facilissima reperibilità – esistono migliaia di siti, perino su Ebay si possono acquistare sostanze d’abuso – il basso costo – con 5 o 10 euro si può rischiare di morire – e l’anonimato rendono tutto più semplice. Ora la droga viene servita direttamente a casa.

 

Come arginare un’emergenza di questo tipo? In Italia il Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri svolge moltissime attività, soprattutto a livello informativo, e soprattutto con le scuole, anche in collaborazione con il Miur.

E quali invece le vostre attività? Noi abbiamo un Centro antiveleni e Centro nazionale di informazione tossicologica. Il primo è un servizio che fa (24/24 ore, 7/7 giorni) diagnosi e trattamento di intossicazioni acute in urgenza. Le richieste ci vengono dai pronto soccorso di tutta Italia per la definizione di diagnosi tempestive: noi dobbiamo agire come se dovessimo visitare il paziente, ma con gli occhi e le mani di un altro. Il nostro Centro Antiveleni è l’unico in Italia a svolgere tre particolari funzioni per conto di Amministrazioni dello Stato: identificare nuove sostanze d’abuso per il Sistema di Allerta Precoce che fa capo al Dipartimento Politiche Antidroga, gestire problematiche tossicologiche maggiori quali specialisti di riferimento per il Ministero della Salute nell’ambito della Difesa Civile e per il Dipartimento della Protezione Civile. Il Centro Nazionale di Informazione Tossicologica del nostro Servizio fornisce poi a vari Enti consulenze specialistiche per problematiche specifiche.

 

Quali sono i sintomi immediati provocati da queste nuove sostanze? A parte alcuni oppioidi di nuova generazione, che hanno effetti neurodepressori, la maggior parte delle NSP (Nuove Sostanze Psicoattive) è costituita da eccitanti e allucinogeni. Quindi se vedete un vostro amico su di giri o con un comportamento particolarmente violento, molto probabilmente ha assunto sostanze di questo tipo.

Quali invece le conseguenze? La risposta è complessa. Una persona infatti spesso non prende una molecola sola, ne mischia due o tre. In ogni caso si tratta di problemi a carico del sistema nervoso centrale e cardiovascolare. La maggior parte dei decessi, invece, avviene a causa di quelli che si definiscono problemi di insufficienza multiorgano: se cominciano ad esserci disfunzioni a livello di reni, cuore e fegato contemporaneamente, è difficile tenere in vita il paziente.

I nuovi stupefacenti creano la stessa dipendenza dei vecchi? È un problema sanitario nuovo che si sta ancora scoprendo. Considerate che l’Europa tabella una nuova sostanza ogni tre giorni, di cui si è saputo che ha creato problemi: e probabilmente, quindi, le NSP sono molte di più. I consumatori tendono a cambiare sostanza ogni mese, pensando così di non avere problemi di dipendenza. In realtà la dipendenza si crea lo stesso, perché tutte queste sostanze agiscono sugli stessi sistemi recettoriali.

 

Secondo la vostra esperienza, qual è la reazione dei genitori quando vengono chiamati perché il iglio è sotto stupefacenti? Dipende. Alcuni la buttano sul “nessuno mi ha informato che queste sostanze potessero provocare incidenti”, come se vivessero in isolamento. Nella maggior parte dei casi dichiarano che è sempre la prima volta, anche se poi dagli esami si capisce che il ragazzo in questione fa uso di quella droga da più tempo. Sono comportamenti prevedibili, perché nessun genitore è disposto ad accettare queste cose a cuor leggero: è un fallimento della genitorialità. In generale, non c’è alcuna consapevolezza delle nuove sostanze d’abuso: pensano che il problema sia ancora il buco dell’eroina.

Per questo motivo è fondamentale il lavoro di informazione… Sì. Serve un’informazione corretta, equilibrata e non terroristica. Bisogna avvisare dei pericoli che si corrono, ma soprattutto bisogna scalzare la percezione sociale dello sballo. Prima chi era eroinomane era stigmatizzato socialmente, oggi invece se vai in discoteca e non prendi sostanze sei tagliato fuori.