Critica semiseria alla mia homepage di Facebook
Fenomenologia della nomination
Critica semiseria alla mia homepage di Facebook
Chiara Falcone | 26 maggio 2014
A volte basta un post. Un commento stupido sul frame di un video. Una foto ridicola. E subito non possiamo resistere: clicchiamo per vedere di cosa si tratta. Troppo tardi, la catena ai tempi del social network è già partita. E c’è l’imbarazzo della scelta: dal post con l’inganno alle temute, ma non poi così tanto, nomination. Il primo vi sarà sicuramente capitato: aprite la vostra home e trovate stati strani come “Ho deciso di adottare una scimmia” o “Qualcuno mi ha offerto un lavoro nella prostituzione e ci sto pensando”. Incuriositi mettete il like ed ecco che siete costretti a pubblicare sul vostro profilo una serie di frasi tra il ridicolo e lo sconveniente per 24 ore. Ma quello che davvero non si regge più sono le nomination: e cita una poesia alle 10, e scrivi il titolo del tuo libro preferito all’ora di pranzo, e beviti una pinta di birra all’ora dell’aperitivo (se ti dice bene). E non dimenticare l’effetto domino: nomina almeno altri cinque amici, o meglio, poveri sventurati. Il potere virale della nomination colpisce tutti: d’altronde i famosi 15 minuti di celebrità diventano sì 15 secondi, ma visibili a milioni di persone contemporaneamente. Per capire la portata di questa catena virtuale basta digitare su Fb o Twitter l’hashtag #neknomination. Meno male che non è l’unica: con 15mila mi piace a dar battaglia è la pagina RAKnomination, (Random Act of Kindness), che raccoglie le buone azioni quotidiane.
Il meccanismo è lo stesso, solo che la vodka lascia il passo al beau geste. L’ultimo comparso sulla mia home? In Afghanistan un uomo offre da bere del tè a un soldato americano assetato. Che quell’Antonio ci stia trasmettendo un po’ di santità?