Tipi da sabato sera
Il popolo della notte
Buona parte della movida capitolina si svolge in quattro o cinque locali di tendenza dove ogni settimana si riversano centinaia di giovani attratti dal fascino irresistibile ?dell?evento?. Ecco perché
Chiara Falcone | 27 aprile 2013
«Il pub è troppo noioso per una serata che già in partenza vuole essere all?insegna del divertimento: quando vai in un locale durante la serata c?è molta più movida, incontri anche tante persone che conosci e ti diverti molto di più!», spiega Micol. «C?è un?atmosfera completamente diversa: musica ad alto volume, ragazze che ballano, c?è molto più movimento», conferma Samuele. Il sabato sera ? e non solo ? a Roma per molti ragazzi come Micol e Samuele significa nottata nei club più popolari della Capitale, dove esserci conta più che divertirsi. O meglio: il divertimento sembra quasi obbligato in serate come queste, caratterizzate sempre dall?essere ?uniche?, ?inimitabili?, ?limited party?. Escludendo infatti le occasioni in cui è la guest a fare l?evento, ovvero il dj di punta del momento, quello che rende irresistibile il fascino del locale è partecipare, appartenere, condividere. ?Non fartelo raccontare, vivilo!!!? recita uno degli slogan per promuovere una serata in un club romano. Ci spiega Michele, a capo di una delle organizzazioni di Pr più in voga a Roma: «Quello che fa funzionare le serate è il fatto di condividere un?esperienza nuova, all?inizio anche solo con i propri amici. Quando un ragazzo di quindici anni comincia a fare il Pr per qualche discoteca, inizialmente viene seguito dai suoi amici perché costituisce una novità. Se poi è bravo, sa comunicare in modo giusto, riesce a spostare anche 800 persone in una serata». E i proprietari dei locali lo sanno molto bene, visto che preferiscono affidarsi a un gruppo di ragazzi per l?organizzazione piuttosto che investire in pubblicità.
Ma quanto costa una serata in discoteca a Roma? Generalmente si spendono dai 20 ai 45 euro per il biglietto, a seconda che si paghi solo l?entrata o anche il tavolo. Di solito una consumazione è inclusa nel costo dell?ingresso; le altre variano dai 7 ai 10 euro: «Durante l?evento se lavoro non bevo molto, altrimenti due tre drink ci stanno», racconta Samuele. Un sabato sera in un club della Capitale, quindi, può costare anche 50 euro: un divertimento non da tutte le tasche, ma che invece è ancora di massa. I ragazzi preferiscono i locali perché il cocktail di musica, luci soffuse e talvolta alcool aiuta ad abbattere la timidezza, ma non solo: dagli anni ?90 ad oggi il popolo della discoteca è molto cambiato. Se si fosse retto solo sull?idea di andare a ballare musica elettronica, house o techno, il business dei locali sarebbe crollato: a fare la differenza è la comunicazione. ?Una? serata viene trasformata in ?quella? serata, in un evento la cui aspettativa diventa alta per tutti: organizzatori e invitati. Un modello vincente da questo punto di vista è quello degli school party: «Le feste d?istituto sono le più ambite in quanto parteciperà tutta la scuola: è il momento in cui tutti staccano la spina e dove ogni cosa è concessa», racconta Samuele. Persone che frequentano lo stesso ambiente che si ritrovano insieme fuori dal contesto in cui si conoscono, unite dal condividere un?esperienza fuori dal comune: questo sembra essere il segreto di queste serate, che nascono dalla collaborazione fra proprietari dei locali, Pr e rappresentanti di istituto. Secondo Micol, l?organizzazione è proprio l?elemento più importante: «Non solo tutte le discoteche non sono uguali, ma nemmeno tutte le serate, anche se la guest è la stessa. La differenza è la clientela, il tempo, la stagione, il giorno e ovviamente l?organizzazione: basta che cambi una di queste cose e la serata cambia a sua volta».
Michele ci spiega che sono tante le squadre di Pr ad operare a Roma: «Nascono e muoiono in continuazione: attive contemporaneamente sono più o meno una cinquantina, che si fanno concorrenza fra loro. La lotta è fra chi riesce a spostare più persone comunicando in maniera più efficace». E quindi volantini, foto, gruppi Facebook, pagine dedicate all?evento: tutto serve a costruire l?attesa, la ritualità vincente. Conclude Micol: «Comincio a prepararmi intorno alle otto e mezza, ci metto più o meno un?oretta: dipende dalla serata ovviamente, ma cerco sempre di vestirmi comoda e al tempo stesso sofisticata, quasi sempre con i tacchi. Arrivo al locale per mezzanotte e mezza, alle volte all?una: se la serata è coinvolgente torno quando finisce, verso le otto». Fino al prossimo evento.