Videogiochi, da passione a professione
Grazie a internet, quello che era un semplice passatempo è diventato - con pregi e difetti - una rampa di lancio per guadagnare
Matteo Trevisan | 9 giugno 2021

Se credi che il mondo dei videogiochi sia una cosa innocua, cambierete idea. Da poco si è giocato l’evento più importante dell’anno per il mondo di Tom Clancy’s Rainbow Six Siege, gioco ideato e creato dalla società Ubisoft. L’evento è andato in live streaming sulle due principali piattaforme digitali che lo permettono, Twitch e YouTube. A seguirlo milioni di persone, e ognuna di queste tifava per la squadra del cuore o del proprio paese. Gli italiani hanno potuto sostenere la prima squadra italiana in assoluto che è riuscita a qualificarsi, i Mkers, in seguito usciti contro i fortissimi BDS di Beaulo.

Un montepremi da 3 milioni di dollari

Questa partrecipazione ha fatto sognare molti dei giovani italiani. Un segno di speranza nella nostra nazione, dove i videogiochi non sono presi in considerazione seriamente come negli altri paesi. La vittoria di questo evento porta nelle tasche dei migliori ben tre milioni di dollari e il trofeo ambito da tutti, il Martello di Sledge, che richiama l’abilità di uno dei personaggi del gioco.

Il ruolo di YouTube e Twitch

Ma cosa è cambiato nel corso degli anni? Fino a un po’ di tempo fa si pensava che i videogiochi fossero solo un passatempo per quando ci si annoiava o solo un modo per arrabbiarsi e rompere i joystick. YouTube è stata un po’ la rampa di lancio per tutto questo. La pubblicazione di video, visualizzazioni, sponsorizzazioni, dare visibilità a quello che si faceva, ha regalato agli youtuber un vero e proprio guadagno, trasformando la loro passione in lavoro. In seguito è nata la piattaforma digitale Twitch, principalmente per le live streaming. Molti youtuber come Gabbodsquared si sono spostati sulla piattaforma viola, lasciando YouTube solo per gli estratti e momenti chiave delle live riassunti con dei video.

Il rischio dell'abuso

Uno dei problemi maggiori però sono le persone, prevalentemente giovani ma non sempre, che di questi giochi fanno abuso.  A volte hanno un'influenza pericolosa, che può anche andare a rovinare la mente e il comportamento. Essendo anche io un gamer, spesso noto nelle persone atteggiamenti esagerati. Basare la propria vita su punti e abilità in un gioco è sbagliato, un modo di fare che poi va a rovinare l’esperienza altrui. Adesso come adesso, possiamo considerare i videogiochi come un passatempo, ma sono anche una vera e propria rampa di lancio verso guadagni importanti, trasformando la propria passione in un lavoro.