Le relazioni cambiate dalla pandemia
La distanza imposta dal lockdown ha avuto un forte impatto sulle nostre abitudini, e i social network sono diventati, soprattutto per i giovani, il principale strumento di relazione
Chiara Serra | 19 maggio 2021

La pandemia e la conseguente situazione di lockdown ci hanno costretto a modificare, in modo drastico e repentino, pensieri, emozioni, vita di relazione in ambito sentimentale, sociale e lavorativo.

Un evento nuovo

Innanzitutto, manca la memoria storica di un evento simile. La generazione più anziana ha vissuto la guerra, ma la guerra, pur mettendo a rischio la vita, come il COVID-19, segue regole diverse: non chiede la distanza sociale e non fa vedere il tuo vicino come un potenziale nemico. Oggi viviamo un’alterazione della libertà personale, caratterizzata dalla forzata ‘reclusione’ dovuta al tentativo di limitare il diffondersi del virus Covid-19.

Isolamento, social network e relazioni

Tutto ciò ha determinato, tra gli adolescenti, notevoli cambiamenti nella vita quotidiana causando, altresì, non pochi disagi e problemi nelle relazioni sociali. Prima della pandemia si parlava ampiamente di scarsi contatti tra i giovani a causa della tecnologia, oggi invece l’uso dei social network e di internet in generale permette il contatto degli uni con gli altri, e può rivelarsi un’ottima risorsa per il reperimento di informazioni se usata nel modo corretto, evitando di cadere nella trappola della disinformazione e nel completo isolamento.

L’emergenza sanitaria ha avuto un forte impatto sulla salute mentale e psicologica e sull’inevitabile cambiamento delle nostre abitudini, in quanto l’isolamento forzato e il malessere che ne sono derivati hanno fatto accrescere il carico di ansia e stress soprattutto per gli individui più fragili, come gli adolescenti, i quali, inevitabilmente, hanno avuto la possibilità di approcciarsi ai social media in modo diverso rispetto agli stili abituali. Il ricorso alla didattica a distanza ha sicuramente portato ad un aumento del tempo di utilizzo dei dispositivi elettronici; inoltre, smartphone e pc sono diventati veicoli delle relazioni tra pari. Sicuramente il carico di stress attribuibile alla “reclusione” forzata ha contribuito ad accentuare l’utilizzo dei social network, per mantenere contatti con l’esterno e sentirsi emotivamente rassicurati, prendendo il sopravvento nell’organizzazione del “tempo libero”.

Il grande sforzo che ci è stato chiesto di fare e che, dopo un anno di pandemia, è stato fatto, è di passare da una modalità relazionale caratterizzata da una vicinanza fisica, a una in cui questa è proibita o rischiosa. Non siamo abituati a vivere senza contatto fisico. Siamo abituati, anzi, a vivere la vicinanza e la distanza in relazione all’intimità. Più siamo in relazione intima con una persona, più ci permettiamo di avvicinarci e di toccarci. Una parte rilevante del nostro sentire si esprime con il corpo e tramite il contatto, durante questi lunghi periodi di lockdown, le nostre relazioni sono passate attraverso i fili della grande rete internet. Gli schermi dei nostri computer o del nostro smartphone possono darci molto in termini di contatto, ma ci connettono con l’altro solo attraverso la vista e l’udito, escludendo gli altri sensi. Sono dunque una risorsa ma insieme anche una limitazione. Se da una parte tutto questo ha permesso di mantenere i contatti con la scuola e con gli amici, dall’altra ha creato le condizioni per un abuso della tecnologia, e aumento dell’esposizione ai pericoli della rete.

Il ritorno alla normalità

Speriamo tutti che questa fase pandemica abbia una fine, c’è necessità di normalità in tutte le attività: economiche e sociali. Tutti vorremmo conoscere un periodo nuovo che ci possa riportare verso quella che era la nostra vita di un tempo. Abbiamo bisogno di contatto, di frequentare di nuovo gli amici, essere liberi di vedere nuovamente il loro volto ed il loro sorriso e finalmente ritornare ad abbracciarci. Tutti, quindi, abbiamo bisogno di una nuova educazione alla socialità che ci possa guidare verso questa nuova fase, frenando gli eventuali eccessi ed entusiasmi, e che ci accompagni, con prudenza, verso la riacquisizione del nostro futuro.