Le conseguenze dell'infodemia
La duplice realtà della comunicazione dei mass media
Maria Pecoraro | 19 marzo 2021

Avete mai sentito parlare di infodemia? L'Organizzazione Mondiale della Sanità la definisce come il termine utilizzato per indicare quella "abbondanza di informazioni, alcune accurate altre no, che rendono difficile per le persone trovare fonti affidabili quando ne hanno bisogno”. Questo allarme infodemico ha portato addirittura a parlare di “infodemia coronavirale” proprio perché le persone, essendo spaventate, fanno di tutto per trovare risposte semplici sul modo migliore per tutelarsi giornalmente. I mezzi per trovare tali risposte sono appunto computer, internet, telefono, televisore, radio che sono ormai parte integrante della nostra quotidianità e che durante l’ultimo anno hanno assunto un maggiore ruolo nell’informazione, nell’intrattenimento e nella socializzazione. Questi prodotti sono definiti mass media, letteralmente mezzi per la comunicazione di massa. Durante la pandemia COVID-19 i media hanno avuto ed hanno tuttora un ruolo fondamentale, basti pensare all'aumento del numero di persone che ogni giorno guardano la televisione, da un lato preoccupati per la comunicazione di decessi e aumento di casi, dall'altro desiderosi di qualche notizia positiva. Sentiamo ogni giorno al telegiornale, una dopo l’altra, una serie di notizie catastrofiche e molto preoccupanti.

In cosa ci hanno aiutato i mass media?

Oggi i mass media costituiscono il centro fondamentale per la trasmissione di informazioni inerenti alla pandemia, non solo attraverso la televisione ma anche riviste, giornali ma soprattutto piattaforme social dove vengono pubblicate delle linee guida da parte di organizzazioni sanitarie, come ad esempio l’OMS. Infatti, molti social media hanno la funzione di feed di notizie per reindirizzare gli utenti verso i siti web di autorità sanitarie, ad esempio Facebook, Twitter, Instagram. I mezzi di comunicazione, soprattutto i social media, durante la pandemia sono stati davvero molto importanti,  hanno rappresentato l'unico mezzo e l'unica possibilità per comunicare con le persone a noi care e distanti, l'unica valvola di sfogo per quella condizione di segregazione. Quante videochiamate, dirette, storie su Instagram, post su Facebook ci hanno consolati o resi ancora più tristi facendoci però comprendere l’importanza del contatto umano

In cosa hanno sbagliato i media?

Ovviamente i mass media dovrebbero sempre trasmettere notizie affidabili ma soprattutto durante la pandemia sono state numerose le cosiddette fake news, basti pensare alla stessa amministrazione Trump che ha visto l'epidemia come un attacco politico da parte dell'opposizione, oppure al fatto che il virus attaccasse le suole delle scarpe o solo le persone anziane, il fatto di lavare continuamente le mani e molte altre notizie destabilizzanti. Non solo le fake news, ma anche la sovrabbondanza di fonti informative hanno contribuito a creare stati di allarme e confusione nella popolazione. Già a partire dal 22 febbraio 2020, quando era stato confermato il primo decesso, La Repubblica aveva scritto: “L'emergenza virus, il Nord nella paura", invece Il Giornale scriveva: "Esplode il contagio. L'Italia infetta.”: moltissime persone hanno iniziato a fare scorta dei beni di prima necessità, ad acquistare esageratamente kit di pronto soccorso, disinfettante per le mani, per non parlare delle mascherine, creando sia assembramenti nei supermercati, farmacie e parafarmacie, ma anche la conseguente carenza e ripercussione negativa sui costi. Da ricordare il panico che si è creato quando le farmacie avevano terminato il disinfettante e le conseguenti scorte su moltissimi siti internet, con le immagini del telegiornale dei supermercati milanesi completamente svuotati. 

In assenza dei media, come affrontare una pandemia?

Sicuramente non è la prima volta che l'umanità assiste a una pandemia, ad esempio, la pandemia di influenza del 1918 provocò la morte di 50 milioni di persone, stiamo parlando di ben cento anni fa dove ovviamente le terapie mediche erano molto limitate e sicuramente i mezzi di comunicazione principali erano costituiti dal telefono, dalla posta, oppure dal dialogo tra persone. Capiamo ovviamente che con l'assenza dei mass media, la comunicazione era molto più difficile, era molto più complicato cercare di tutelarsi e prevenire la malattia giorno per giorno. In cento anni tutto è cambiato, tutto si è evoluto. Anche se ancora oggi è difficile prevenire la malattia, tuttavia è possibile tutelarsi seguendo le linee guida dell’OMS.

Quali sono le conseguenze dei media durante la pandemia?

Durante la pandemia COVID-19 abbiamo avuto modo di osservare e comprendere a fondo la duplice realtà dei mass media i quali, da un lato ci hanno aiutati e sostenuti a superare questa condizione di isolamento dai nostri cari, ma dall'altro hanno contribuito a creare panico e allarmismo.